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SBC: la crescita dei supplenti e la precarizzazione della scuola

Dai dati pubblicati dalla Uil Scuola Rua in modo diacronico sul personale di ruolo e precario emerge che al decremento del personale  docente a tempo indeterminato, corrisponde un incremento del personale docente a tempo determinato.
Possiamo  quindi parlare  di una precarizzazione diffusa dei docenti italiani  per una  questione di risparmio che  ha sempre caratterizzato la politica del reclutamento del  personae docente.
Il fenomeno è ancora più evidente nel sostegno. Il problema di assicurare una stabilità ai disabili con insegnati specializzati come prevede la norma è ancora una chimera, e la stessa continuità con cui si giustificano i vincoli triennali nella mobilità costituisce altresì un miraggio.
Le politiche sul personale della scuola dovrebbero invece mirare alla stabilizzazione dei docenti. Le politiche reiterate negli anni da tutti i governi, compreso l’attuale, tendono  invece a ridurre i docenti di ruolo , ad aumentare  gli alunni nelle classi e ad aumentare il precariato che è diventato elemento strutturale nelle politiche sul personale.
Per il sostegno  ad esempio,  non ha ancora trovato accoglimento la richiesta sindacale di equiparazione,  sia pur graduale, tra organico di diritto e organico di fatto.
Le assunzioni autorizzate a volte a stento coprono il turn over. Andando avanti così sarà sempre più difficile trovare in futuro  giovani disposti a fare gli insegnati, è una professione non più ambita e oggi prevede una costosa  formazione iniziale dei laureandi o laureati , concorsi oltremodo selettivi, un lungo periodo di precariato e un basso stipendio.
Mi domando chi in futuro vorrà fare l’insegnante, una professione screditata, pericolosa per il diffondersi delle aggressioni  e  soprattutto mal pagata.
Libero Tassella. SBC

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