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Razionalizzazione o risparmio? Il dilemma del dimensionamento scolastico

Ogni giorno che passa, le scuole delle diverse Regioni italiane si rendono conto di quanto pesante ed incisivo sarà quel dimensionamento che il Ministero dell’Istruzione chiama “razionalizzazione”. Tale razionalizzazione porterà nell’arco di tre anni ad un taglio di oltre 800 autonomie. Il risultato sarà esclusivamente economico poiché, come dichiara lo stesso Ministro competente, l’ammodernamento del nostro assetto organizzativo avverrà attraverso l’eliminazione progressiva delle reggenze. Grazie a questa riorganizzazione avremo scuole più efficienti e risparmi per 88 milioni di euro.

Risparmi, infatti l’eliminazione delle reggenze avverrà non attraverso l’assunzione di nuovi Dirigenti Scolastici ma appunto attraverso la riduzione dei posti. Il dimensionamento ridurrà anche il precariato tra il personale amministrativo. Anche in questo caso, riducendo i posti di lavoro. In rapporto agli alunni, avremo un minor numero di Dirigenti Scolastici, di DSGA e di personale delle Segreterie.

La domanda che noi socialisti poniamo (da tempo) è la seguente: si tratta di razionalizzazione o di risparmio? Per noi socialisti, sulla scuola pubblica si investe, non si risparmia. Perché ogni euro risparmiato è un euro tolto all’efficacia del servizio.

Allora una seconda domanda che noi socialisti poniamo da tempo a molti degli ultimi Governi: a chi può essere utile una mancanza di efficienza ed efficacia dell’Istruzione pubblica?

Noi socialisti ci associamo a chi esprime la propria preoccupazione per il “ri-dimensionamento” in atto e auspichiamo che le richieste di revisione dei criteri di formazione delle classi e del dimensionamento scolastico presentate in sede di legge di bilancio possano trovare il ragionevole sostegno non solo dell’opposizione ma anche di quella parte della maggioranza che vede nell’efficacia dell’Istruzione pubblica un momento fondante della società di domani.

Il Comunicato

Ogni giorno che passa rivela alle scuole delle diverse Regioni italiane quanto pesante ed incisivo sarà
quel dimensionamento che il Ministero dell’Istruzione chiama “razionalizzazione”.
Tale razionalizzazione porterà nell’arco di tre anni ad un taglio di oltre 800 autonomie. Il risultato sarà
esclusivamente economico poiché, come dichiara lo stesso Ministro competente, l’ammodernamento
del nostro assetto organizzativo, avverrà attraverso l’eliminazione progressiva delle reggenze e, spiega
ancora il Ministro, grazie a questa riorganizzazione avremo scuole più efficienti e risparmi per 88
milioni di euro. Risparmi, infatti l’eliminazione delle reggenze avverrà non attraverso l’assunzione di
nuovi Dirigenti Scolastici ma appunto attraverso la riduzione dei posti. Il dimensionamento ridurrà
anche il precariato tra il personale amministrativo. Anche in questo caso, riducendo i posti di lavoro.
In rapporto agli alunni, avremo un minor numero di Dirigenti Scolastici, di DSGA e di personale delle
Segreterie.
La domanda che noi socialisti poniamo (da tempo) è la seguente: si tratta di razionalizzazione o di
risparmio?
Per noi socialisti, sulla scuola pubblica si investe, non si risparmia. Perché ogni euro risparmiato è un
euro tolto all’efficacia del servizio.
Allora una seconda domanda che noi socialisti poniamo da tempo a molti degli ultimi Governi: a chi
può essere utile una mancanza di efficienza ed efficacia dell’Istruzione pubblica?
Noi socialisti ci associamo a chi esprime la propria preoccupazione per il “ri-dimensionamento” in
atto e auspichiamo che le richieste di revisione dei criteri di formazione delle classi e del
dimensionamento scolastico presentate in sede di legge di bilancio possano trovare il ragionevole
sostegno non solo dell’opposizione ma anche di quella parte della maggioranza che vede nell’efficacia
dell’Istruzione pubblica un momento fondante della società di domani.

Enzo Maraio, Segretario nazionale PSI                               Luca Fantò, Referente nazionale PSI scuola

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