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Aldo D. Ficara: Una scuola senza voto è come una pizza margherita senza pomodoro

Aldo D. Ficara: Una scuola senza voto è come una pizza margherita senza pomodoro

La valutazione degli studenti della scuola secondaria di secondo grado ha per oggetto il loro processo formativo,

il comportamento e i risultati dell’apprendimento. Tali valutazioni devono essere coerenti con gli obiettivi di

apprendimento delineati nel Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), con le Indicazioni nazionali per i licei e

con le Linee guida per gli istituti tecnici e professionali che definiscono il relativo curricolo, e con i piani di studio

personalizzati.

Il collegio dei docenti di ogni scuola, definisce nel PTOF anche le modalità e i criteri per garantire che la

valutazione avvenga in modo omogeneo, trasparente ed equo.

La valutazione del comportamento fa riferimento allo sviluppo delle competenze di cittadinanza, in base a

quanto stabilito nello ‘statuto delle studentesse e degli studenti’, dal ‘Patto educativo di corresponsabilità’,

firmato dagli studenti e dalle famiglie al momento dell’iscrizione, e dai regolamenti di ciascuna scuola.

Gli insegnanti sono responsabili delle valutazioni periodiche e finali, così come della verifica delle competenze

acquisite al termine dell’istruzione obbligatoria e durante il corso di studi.

La valutazione periodica si svolge al termine di ogni trimestre o quadrimestre, a seconda della suddivisione

dell’anno scolastico stabilita a livello di singolo istituto.

Per valutazione finale si intende quella che si svolge al termine di ciascun anno scolastico durante gli scrutini finali e in occasione dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, che si svolge alla fine del quinto anno di studi.

Recentemente la notizia del liceo Morgagni di Roma, che ha avviato la sperimentazione di una scuola senza voti (suscitando per questo l’interesse dell’università La Sapienza), ci racconta di un periodo storico in cui si vuole portare a compimento l’ormai ultra decennale operazione di regressione culturale di intere generazioni.

Un disastro socioculturale, a cui aggiungere il condizionamento di massa inferta ai nostri giovani studenti che ripetono tutti le stesse identiche azioni, basate su selfie, su like e su tutte quelle interazioni dello stare costantemente in mostra nella vetrina online dei social, Verrebbe da dire: “ Una scuola senza voto è come una pizza margherita senza pomodoro, o come un libro senza copertina “.

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