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Alternanza scuola-lavoro, il no degli studenti

Alternanza scuola lavoro, Palermo: è no dagli studenti. “Il corteo degli studenti non era stato autorizzato dalla questura per le norme previste nelle regioni in zona arancione. Infatti gli studenti avevano richiesto un presidio fisso per poi disattenderlo e sfilare lo stesso”, affermano gli investigatori. A protestate gli allievi del Liceo Classico Umberto I, insieme a quelli dell’Einstein e del Pio La Torre. Nello striscione principale si legge: “La vostra scuola ci fa schifo”.

Cos’è l’alternanza scuola- lavoro

“L’Alternanza scuola-lavoro  – come si legge in una nota del Miur – è una modalità didattica innovativa. Che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio. E, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi. L’Alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta”.

La protesta

Protestano contro l’alternanza scuola-lavoro, che ha fatto una vittima a Udine, un giovane diciottenne. E contro la nuova maturità, che ha introdotto lo scritto anche della materia di indirizzo. “Quello che è successo a Udine, la morte di Lorenzo durante le ore di alternanza, è la diretta conseguenza di un sistema basato sul profitto, che trasforma le scuole in fabbriche e aziende e che manda i ragazzi a lavorare senza nessuna precauzione. Già in passato si sono verificati incidenti durante le ore di alternanza, ma questa volta è oltrepassato il limite. Agli studenti non è più garantito neanche il diritto alla vita” afferma Giorgio Caruso, rappresentante dell’Einsten. Per quanto riguarda la nuova maturità, gli studenti lamentano di non essere stati interpellati nella scelta di modificare le modalità. “Una scelta imposta dall’alto e non condivisa dagli studenti. Siamo stanchi di questo sistema, a noi la scuola che manda a lavorare e uccide, che non rispetta la volontà degli studenti ci fa schifo e siamo pronti a tutto per cambiarla” continua Nicoletta Sanfratello del Liceo Umberto.

 

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