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Legge di Bilancio, Gilda: “Compensi inadeguati per i docenti”

Continua il malcontento tra i docenti italiani. Che guadagnano la metà dei colleghi tedeschi, entrano in ruolo in ritardo, insegnano in aule fatiscenti e sono vittime della mancata collaborazione tra amministrazione centrale ed enti locali. E dalla Legge di Bilancio non arrivano aiuti significativi. A sostenerlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ospite su La7 della trasmissione Coffee Break.

I finanziamenti dal Governo Draghi

La denuncia dei sindacati però, non sembra essere accolta dal Governo. Nel Documento programmatico della Legge di Bilancio, approvato il 19 ottobre dal CdM per essere inviato a Bruxelles, giungono numeri poco confortanti. Nella legge di fine 2021 approntata dall’esecutivo Draghi infatti, non sembrano esservi risorse ulteriori rispetto agli 80-85 euro lordi già messi in cantiere per il rinnovo del contratto scaduto ormai da tre anni.

La Legge di Bilancio

Di Meglio sostiene infatti che nel Recovery plan “non sono previste risorse da destinare all’aumento stipendiale. Che, invece, dovranno necessariamente essere stanziate dalla legge di Bilancio in vista del rinnovo contrattuale. Aumento delle retribuzioni e snellimento della burocrazia rappresentano le prossime battaglie che la Gilda intende affrontare”.

Assunzioni precari

“Riconosciamo al ministro Bianchi un grande sforzo per avere tutti gli insegnanti in cattedra al suono della prima campanella, ma – sostiene Di Meglio – non possiamo certo dire che la scuola sia iniziata con tutti i posti coperti. L’anno scorso i precari in servizio erano 214mila mentre adesso ne contiamo 175mila. Si tratta comunque di cifre notevoli se si considera che i docenti in Italia sono 800mila. La verità è che lo Stato non riesce a far camminare a ritmo regolare la macchina dei concorsi. Che, di fatto, è rimasta bloccata per 9 anni. Così è inevitabile che si crei una pletora di precari che poi, giustamente, rivendica il diritto alla stabilizzazione”.

Carenza di aule e edifici inadeguati

Il numero uno della Gilda ha quindi parlato “degli edifici fatiscenti, degli spazi inadeguati e della carenza di aule. È un vulnus inaccettabile perché – conclude il sindacalista – riguarda l’incolumità di alunni e docenti. Da anni i ministri che si succedono a viale Trastevere annunciano opere di edilizia scolastica che poi, però, non si realizzano a causa del corto circuito che si innesca tra governo ed enti locali nell’assegnazione e nella gestione delle risorse”.

 

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