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Crepet: “Il coraggio che la scuola ci chiede: nove mosse per ripartire”

Lo psichiatra sull'Huffington Post: "Ripartire dalla meritocrazia, "uccidere" la Dad, tempo pieno dall'asilo al liceo, obbligo scolastico fino a 18 anni

Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, sul blog dell’Huffington Post ha analizzato le prossime mosse da fare per migliorare la scuola.

“Visto che il primo ministro Mario Draghi – si legge – sta illustrando agli italiani il proprio programma. E avendo egli stesso posto in cima alle priorità la scuola, mi permetto di appuntare qualche semplice contributo per l’urgente necessità di cambiare ciò che abbiamo delegittimato.

Il primo punto – scrive Crepet – è che non si può affrontare un tema di tale importanza (il più strategico per il futuro) se non con il coraggio di cambiare partendo dalla meritocrazia. Il che significa che chi studia e s’impegna va avanti, chi non lo fa viene rimandato o bocciato: nel 2019 il 99% dei maturandi è stato promosso. Una cifra che illustra il fallimento della scuola (ci sono genitori che sono ricorsi al Tar perché i loro figlioli appartengono all’1% e sono stati bocciati).

Il secondo è ripristinare i voti. Che sono chiare e semplici valutazioni che ragazzi e genitori comprendono all’istante.

Il terzo impone – afferma Crepet –  una valutazione della qualità delle scuole pubbliche e private da parte di enti “terzi e indipendenti”, come avviene in molti Paesi europei. Con la conseguenza di chiudere tutte gli istituti noti come “diplomifici”: sono ruggine per le future classi dirigenti.

CREPET: DECRETARE LA MORTE DELLA DAD

Il quarto cambiamento è decretare la morte della Dad (fatta eccezione per i primi mesi emergenziali cui però non è seguito alcun progetto di cambiamento). Un fallimento evidente con conseguenze psicologiche gravi per ragazzi, insegnanti e famiglie. Come può lavorare un insegnante di sostegno attraverso uno schermo? La scuola è un luogo sociale dove non sono importanti solo le nozioni. Ma anche l’empatia e l’affettività che vi si crea (tutti l’abbiamo provata).

TEMPO PIENO ALL’ASILO

Quinto: tempo pieno dall’asilo – sottolinea CRepet –  alle scuole medie superiori. I libri devono rimanere in classe e non trasportati (uno zaino medio pesa 10/15 kg) dai ragazzi e dalle ragazze. I pomeriggi saranno impegnati a studiare con l’aiuto di tutor e non con i genitori che non possono essere competenti: dunque fine dei compiti a casa e il resto del tempo riconsegnato alle famiglie per stare assieme, parlarsi, capirsi.

Sesto: portare a 18 anni l’obbligatorietà dell’istruzione. Per arrivare a questo obiettivo occorre un radicale cambiamento degli istituti tecnici. Propongo che si chiamino tutti licei, e poi ognuno avrà una specializzazione diversa (questo per evitare il paradosso che il classico assorba da sé la stragrande maggioranza delle iscrizioni e ai tecnici non ci voglia andare nessuno). È fondamentale migliore ed espandere l’esperienza scuola/lavoro che in alcune aree del Paese ha prodotto (ovviamente prima della pandemia) risultati straordinari.

Settimo: cambiare gradualmente l’organizzazione, soprattutto per quel che riguarda le medie inferiori che sono l’anello debole dell’intero sistema.

E ancora: “Ottavo: valutare le competenze degli insegnanti e premiare i migliori non solo economicamente (un bravo professionista guadagna di più di uno mediocre), ma anche con anni sabatici e iscrizioni a corsi di aggiornamento.

Nona: far entrare la società nella scuola (con tutte le sue competenze) e far entrare la scuola nella società (con tutte le curiosità e necessità).

In ogni caso, egregio primo ministro, tutto questo per rappresentarle una preoccupazione: il nostro sistema scolastico non si merita di non avere futuro. E di non vedere che la comunità ha il coraggio di investire le migliori risorse umane sul futuro dei nostri figli, se non ci riusciremo non ce lo perdoneremo”.    Conclude Crepet.

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