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Scuola caos in Puglia, dove le chat dei genitori diventano un comitato tecnico scientifico

L'editoriale di Castellaneta sul Corriere del Mezzogiorno che analizza il momento della didattica

La scuole in Puglia diventa di nuovo “on demand”, vale a dire a richiesta.. Almeno così è per elementari e medie.

Un editoriale di Bepi Castellaneta sul Corriere del Mezzogiorno di Bari analizza il momento della didattica a

distanza, un vero e proprio caos . Dove le chat dei genitori.

“Fino a poco tempo fa  – si legge – era possibile esercitare l’opzione per rimanere a casa, questa volta accade il

contrario: i genitori possono manifestare l’intenzione di avvalersi della lezione in presenza e gli altri dovrebbero

collegarsi on line. Ammesso che questo sia possibile, visto che in realtà la didattica digitale a distanza in diversi

istituti rimane più o meno inapplicata: a volte per l’impossibilità delle famiglie a causa della carenza di dispositivi,

altre volte per connessioni non adeguate e ritenute evidentemente una questione meno urgente dei banchi a

rotelle, altre volte ancora per ritardi e mancanza di formazione. Comunque sia, al di là di uno scenario in cui le

eccellenze si alternano alle inefficienze, il risultato è che dopo l’ultima ordinanza del governatore Michele

Emiliano le scelte strategiche per il contenimento dell’epidemia vengono di fatto delegate ai genitori pugliesi. I quali, invece di essere governati come tutti gli altri italiani, finiscono per essere chiamati a governare. Per giunta nella più grande emergenza internazionale dal dopoguerra. E così, le ore della vigilia del ritorno a scuola sono state scandite da un diluvio di messaggi su chat e social mentre adesso nelle segreterie ci si affanna a capire come districarsi tra connessioni e moduli per le lezioni in presenza.

Ma non è tutto. Perché se il giro di vite voluto dalla Regione è una scelta drastica, ma ritenuta necessaria per arginare una nuova ondata del virus dopo l’esplosione di contagi durante le vacanze natalizie, non è chiaro come sia possibile mettere da parte le convinzioni maturate da evidenze scientifiche per lasciare che tutto si risolva in una decisione delle famiglie. Una strada che in apparenza può suonare come l’applicazione ai massimi livelli di un principio di democrazia e che invece si sostanzia nell’esatto contrario, visto che tutto questo si traduce in una rinuncia al potere-dovere di scegliere e agire come impone il mandato elettorale.

In un contesto del genere, in cui ognuno decide per se stesso nonostante il contrasto all’epidemia dipenda dai comportamenti di ciascuno, non stupisce più di tanto lo stato confusionale che si è generato in queste ore. Ed è sconcertante constatare che, mentre esperti di fama internazionale studiano le curve del contagio, il futuro delle scuole e dell’azione di contrasto al virus finisca per essere scritto nelle chat dei genitori.

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