Opinioni

Dacia Maraini: “Ringraziamo gli insegnanti motivati, è solo merito loro se la scuola sopravvive”

Cosa vogliono fare i bambini da grande? La risposta l’ha data Dacia Maraini in un articolo pubblicato sulle pagine online del Corriere. C’è chi dice il calciatore, chi Miss Italia chi, appassionato di lettura e scrittura dice il giornalista. “Ma il mito del successo e del guadagno facile è diffuso. Si ritiene che sapere dare un calcio al pallone sia già la garanzia di un futuro di popolarità, di esibizioni internazionali e di compensi favolosi. Ancora più adulatoria e fasulla l’illusione delle ragazze che sognano di vincere un concorso di bellezza che le introdurrà rapidamente nel mondo del cinema e della pubblicità” spiega la Maraini.

STUDIO E DISCIPLINA

“Hanno imparato – prosegue –  che il talento conta poco, lo studio, la disciplina, la competenza portano solo povertà e frustrazione. La bellezza invece può essere un buon strumento per ottenere qualcosa che il mondo del mercato offre con apparente facilità. Soldi e successo, un binomio perverso e ingannevole. Ma chi mette loro in testa questi miti fasulli? I vari schermi che infestano la nostra vita: quel rettangolo magico in cui tutto sembra facile e alla portata di mano, in cui i corpi contano più dei pensieri e delle parole, in cui il feticcio del successo appare come un diamante alla portata di ogni mano appena un poco scaltra e lesta”.

E’ compito della scuola, dunque, sfatare i miti falsi, illusori, contraddittori. “La mia impressione – dice la Maraini – è che la Istituzione scuola si stia disgregando: incapace ormai di formare il bravo cittadino, impaurita dalle novità, si chiude tristemente in se stessa. Per fortuna esiste una fitta rete di insegnanti responsabili e generosi che credono nel carattere missionario del loro lavoro, dedicano generosamente le proprie energie a insegnare la consapevolezza e la responsabilità, due qualità carenti nel nostro Paese”.

Dacia Maraini dimostra grande stima per il lavoro della classe docente e, infatti, sostiene che “lì dove gli insegnanti danno il buon esempio, mettendosi in dialogo con gli studenti, aiutandoli a diventare protagonisti della difficile arte dell’apprendimento, i ragazzi rispondono più che bene”. Ogni insegnante, secondo la scrittrice, è costretto ogni giorno a inventare una nuova scuola che possa attrarre i sogni dei giovani: “Peccato che ce ne siano molti che, magari scoraggiati, si sono già arresi e chiudono ogni comunicazione. Ma gli altri, quelli che resistono e si spendono con generosità, andrebbero ringraziati, perché è merito loro se la scuola ancora vive”.

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