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Il gioco dello specchio: un metodo per insegnare ai bimbi a conoscere se stessi attraverso gli altri

Il gioco dello specchio è una tra le attività preferite dai bimbi della scuola dell’infanzia e primaria.

LE REGOLE

Le regole sono semplici: due bambini di fronte, uno fa un movimento e un altro lo specchio che lo deve copiare. Gli altri bambini sono seduti in circolo, e non frontalmente, per abituarli da subito a pensare a diversi spazi e al fatto che non tutti possono vedere alla stessa maniera. Chi non ha mai visto bambini litigare perché uno copia l’altro? Chi non ha mai visto bambini emulare – spesso nel male – i grandi? Con il gioco dello specchio il copiare diventa regola e divertimento, non si litiga e si impara.

LE ETA’

Dai 6 ai 7 anni, i movimenti sono stentorei. La differita tra il movimento e la copia è notevole. I gesti sono schematici, sensa senso, molto lenti e impacciati: il corpo ancora non si conosce e non si padroneggia, la spazialità è ancora vaga. Assenti i movimenti delle gambe, dei piedi.

In terza (8 anni), le cose cominciano a cambiare: arriva la malizia del mettere in difficoltà. I gesti sono  più articolati e ora i piedi fanno gioco forte. La tentazione è quella di fare salti e movimenti veloci, che però sono da scoraggiare perché non aiutano il compagno. NOn scordiamoci che il fine è copiare ed essere simultanei.

In quarta e e quinta (9-10 anni) ecco che il gioco si fa più mimico, i gesti sono concreti e spesso si rifersicono ad azioni quotidiane. Difficile togliere “lo specchio”: i gesti sono quelli che si fanno in bagno o nello specchio di camera. Ma è cmq in portante perché finalmente il gioco diventa un gioco mimico e più prettamente teatrale.

L’APPRENDIMENTO

Insomma, un gioco dalle mille potenzialità che non si esaurisce mai, ma che è fonte di continuo apprendimento. A scuola con il gioco dello specchio, il bambino impara a conoscere se stesso attraverso gli altri, impara il rispetto dell’altro, impara che se non si seguono le regole non ci si diverte (se i movimenti son otroppo veloci, lui non può copiare), impara, grazie al rapporto di coppia, l’importanza del lavoro di squadra. Gli altri, quelli seduti, esercitano la pazienza mentre guardano il compagno, imparano quanto è difficile lavorare se non c’è attenzione e capiranno la negatività del macello che hanno fatto quando non era il proprio turno.

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