Cronaca

Lezioni anche in locali esterni. Accordi con i Comuni

Lezioni anche in locali esterni alla scuola. Innovazione e riorganizzazione della didattica, con lezioni anche all’esterno, e più spazio al sapere scientifico e alle attività laboratoriali. Un occhio di attenzione agli studenti con disabilità. E spinta (forte) sulla formazione dei docenti.

Il provvedimento

È stato illustrato ieri in commissione Cultura della Camera il primo nocciolo di proposte (sintetizzate in una ventina di slide) elaborate dal comitato di 18 esperti. Il pool nominato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e coordinato dal professor Patrizio Bianchi, con il compito di dare alcune indicazioni “tecniche”, cioè provenienti direttamente dal mondo scolastico, per il rientro a scuola a settembre. Il comitato, valorizzando il concetto di autonomia scolastica (finora in realtà rimasto spesso sulla carta), ha proposto di riorganizzare le attività didattiche prevedendo di svolgerle in locali esterni alla scuola come parchi, strutture sportive o spazi culturali.

Il piano

Tra le indicazioni, c’è anche quella di rivedere il numero di alunni per classe in funzione degli spazi effettivi e dei distanziamenti previsti. Di stringere alleanze con le comunità culturali e quelle educative di ogni città con il supporto dei sindaci. Di reclutare assistenti sociali, psicologici e sociologici perché, ha spiegato Bianchi, «i nostri insegnanti in questa fase sono stati messi a durissima prova e lo saranno nei prossimi anni. Occorre dotarli di capacità di gestione delle emozioni: va allargata la comunità educante». L’importante è trovare soluzioni alternative alle lezioni in classe, anche in locali esterni alla scuola.

Gli strumenti

Tra i possibili strumenti da affidare all’autonomia scolastica in vista della ripartenza a settembre, la task force prevede la predisposizione di gruppi di apprendimento. Con un numero di allievi adeguato agli spazi (anche locali esterni). La rimodulazione del tempo delle lezioni in modo da offrire le attività in presenza per il maggior numero di allievi e un ricorso selezionato e consapevole a modalità blended. Fino a prospettare la riprogettazione dell’offerta didattica «nelle discipline che costituiscono il curriculum».

Gli interventi

I patti educativi di comunità dovranno, poi, sostenere le attività di base e caratterizzanti e quelle di socializzazione (tra cui educazione civica, territorio e ambiente, sport, comunità). E c’è bisogno, anche di semplificare le procedure per gli interventi di edilizia scolastica, aprendo a uno nuovo indirizzo di architettura scolastica. Nel frattempo vanno incentivati gli accordi con i Comuni per individuare locali esterni alla scuola. La maggioranza apprezza gli spunti. «Si punta su una maggiore autonomia scolastica e a un miglior collegamento con il territorio». Lo sottolinea l’ex sottosegretario, capogruppo Iv in commissione Cultura della Camera, Gabriele Toccafondi. Disco rosso invece dall’opposizione. «A meno di tre mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico non c’è uno straccio di piano per la ripartenza», ha tagliato corto l’ex ministra, Mariastella Gelmini (Fi).

 

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