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Cspi duro con la Azzolina: Maturità a distanza e a settembre meno alunni in classe e organico potenziato

Cspi duro con la Azzolina: Maturità a distanza e a settembre meno alunni in classe e organico potenziato.

Il Consiglio superiore dell’istruzione ( Cspi ) si esprime sulle ultime ordinanze della Azzolina. Un parere obbligatorio, ma non vincolante che però farà discutere. Soprattutto un parere, che la Ministra non pareva gradire. L’atto del Cspi, infatti, non è del tutto in linea con le iniziative ministeriali. I 36 membri raccomandano di togliere, per quest’anno, i voti agli alunni delle scuole elementari e di sostituirli con giudizi che meglio possono interpretare quest’anno scolastico a metà. Soprattutto il Cspi chiede fortemente esami della Maturità con un protocollo di sicurezza nazionale. Protocollo “stringente, dettagliato e prescrittivo a garanzia della salute di tutto il personale coinvolto”.  Altrimenti meglio affidarsi, come già si fa con l’esame di Terza media, a un colloquio in remoto.

Cspi riunito in videoconferenza

Dopo una riunione in videoconferenza a dir poco fiume, durata quasi quindici ore,  il Cspi ha espresso anche  perplessità sulla legittimità costituzionale della misura che prevede la sostituzione dell’esame di Stato conclusivo di Terza media con gli scrutini del consiglio di classe. Critici i membri, sui tempi concessi tra la discussione online della tesina e, appunto, la valutazione finale: “Suggeriamo tempi più distesi lasciando alle scuole il compito di organizzare il calendario”. Ma su questo argomento la Ministra aveva già fatto sapere all’Associazione nazionale presidi che questi tempi larghi saranno concessi.

Il Cspi si è anche  espresso sulla ripresa scolastica di settembre: “In vista dell’Anno scolastico 2020/’21″, si legge, “sarà necessario intervenire tempestivamente con provvedimenti normativi che riducano il numero minimo di alunni di ogni istituzione scolastica dimensionata e il numero minimo di alunni per classe e di conseguenza determinino l’aumento degli organici di tutto il personale della scuola, dirigente, docente, amministrativo”. Per ora non vi sono date certe sulla ripresa dell’anno a settembre né sui corsi per il recupero delle discipline insufficienti (in un primo tempo si era parlato del 1° settembre). In assenza di un calendario scolastico ancora da varare, “è inopportuno dare indicazioni prescrittive alle scuole sull’avvio delle attività didattiche e sulle modalità di recupero degli apprendimenti. Tale previsione”, chiude il Cspi, “è lesiva dell’autonomia delle scuole e delle prerogative del collegio docenti”.

Insomma bacchettate a tutto spiano. Qualcuno sussurra di una contromossa dopo che la Ministra aveva tagliato il parere del Cspi per velocizzare i tempi delle decisioni di fine anno.  L’auspicio finale del Consiglio superiore d’istruzione, che ricorda di aver prodotto questi pareri in una settimana invece dei 45 giorni precedentemente previsti, è che il ministero “sappia cogliere e apprezzare i suggerimenti proposti nella sua funzione di massimo organismo istituzionale e di rappresentanza della comunità scolastica”.

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