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Coronavirus, ecco quale è la mascherina migliore per l’uso quotidiano

Coronavirus, ecco quale è la mascherina migliore per l’uso quotidiano.

Con la fase 2 il suo utilizzo è diventato necessario più che obbligatorio. La mascherina, insieme ai guanti, rappresenta la prima e principale barriera difensiva al Coronavirus. Adesso che anche l’Istituto Superiroe di sanità l’ha sdoganata, dopo averne messo in discussione l’utilità, c’è solo da chiedersi quale sia la più adatta. per il presidente dell’Iss vanno bene anche quelle in semplice tessuto purché multistrato. Ma, dopo, i numerosi stop and go passati gli italiani hanno, comprensibilmente un po’ di remore. Un parere autorevole può essere, allora, quello di Francesco Blasi, docente di malattie dell’apparato respiratorio all’Università degli studi di Milano.

Blasi membro del direttivo nazionale della Sip, la Società italiana di pneumologia è stato intervistato dal Mattino e ha dato le sue indicazioni sulla mascherina da usare. “Ci sono diverse mascherine e ognuna dà una resistenza diversa, soprattutto quando si inspira e quella chirurgica può essere la soluzione più idonea per la vita di tutti i giorni. Non bisogna aver paura se si percepisce affanno dopo averla indossata: può essere un normale effetto della resistenza del dispositivo”.

Insomma quella più semplice, ancorché di carattere ospedaliero è la mascherina migliore per l’uso comune. Anche se bisogna tener presente che l’utilizzo prolungato può renderle meno sicure. In ogni caso la mascherina può essere riutilizzata se opportunamente sanificata con una miscela di acqua e alcool, nella misura di tre parti di alcool e una di acqua. Mascherina chirurgica allora, ma quelle più specialistiche, allora? Sono sicuramente più protettive, ma forse sovradimensionate per l’uso comune.

Spiega ancora Blasi. “Il suggerimento che posso dare per la ‘signora che va al mercato’ è di usare la mascherina chirurgica, che fa il suo mestiere: bisogna infatti evitare che si emettano particelle che sono dannose per gli altri. Questa azione, però, deve essere fatta da parte di tutti: indossare la mascherina deve essere un gioco di squadra. L’uso delle chirurgiche ha un senso se tutti la portiamo”.

E poi non dimentichiamo che quelle più protettive sono anche quelle che creano maggiori disagi.  “Quella a dare una minore resistenza è quella chirurgica. Poi, a mano a mano, le resistenze diventano sempre più forti: prima la Ffp2 e poi la Ffp3. La resistenza si può accentuare se ci si mette in movimento ed è necessario aumentare la frequenza respiratoria. Se ho un ostacolo alla bocca o al naso e aumenta la frequenza respiratoria l’ostacolo lo si sente di più”.

Senza mai dimenticare che in stoffa, chirurgica o specialistica l’importante è usarla bene. “Non va mai toccata ma bisogna prenderla dai laccetti. Bisogna prendere con le due mani il laccetto inferiore, così si leva senza toccare la pelle del viso con l’esterno della maschera. La regola è quella di evitare di toccarla perché ci si può infettare. Poi ci si lava le mani”. 

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