Opinioni

La psicologa Rendine: Occorre recuperare l’aula come luogo necessario di relazione e di crescita comune

La psicologa Rendine: Occorre recuperare l’aula come luogo necessario di relazione e di crescita comune

di Francesca Rendine

La scuola apre a settembre, chiude a giugno. Nel mentre le vacanze: Natale, Pasqua e i “ponti”, qualche fine settimana lungo. E poi si ricomincia. C’è una certa ciclicità, la stessa che descrive un anno e poi gli anni: i passaggi. E’ una ciclicità che segna ordini scolastici, crescita di competenze ma soprattutto sviluppo di individui.

È su quest’ultimo aspetto che vorrei soffermarmi. Ci siamo tutti nel PC e comunichiamo, ma in realtà non c’è nessuno…accanto. Tutto è dall’altra parte, dopo lo schermo. E sebbene ora questo rappresenti una risorsa, non può di certo essere tutto, o meglio non può essere l’accanto” di cui i bambini, gli adolescenti e gli insegnanti hanno bisogno. Questo tempo “nuovo” e comunque il segno di un tempo interrotto almeno rispetto a ciò che era il tempo del “prima” o del “vecchio” se volete.

Marco non siede accanto a Giovanni.

Sara non può copiare i compiti dalla sua amica.

Luca non può essere consolato dalla sua insegnante quando non riesce.

Giulia non può chiacchierare più col ragazzo che tanto le piaceva.

Paolo e Andrea non aspettano più con ansia il compito, il voto.

E poi c’è Giorgio che senza terapia, senza la “sua insegnante”, senza il tutor che lo supporta il pomeriggio, di stare fermo davanti ad un pc proprio non riesce.

Qualcosa manca? Sì! Le relazioni. Le relazioni in cui guardare non basta: ci si osserva, ci si coordina, ci si ascolta nel parlato quanto nel silenzio. Si comunica alle volte bene, altre volte meno bene, qualche volta in maniera del tutto inefficace. Non è che ci si guarda, si vive l’uno della presenza dell’altro ed in essa si cresce.

Quando quel tempo “vecchio” tornerà, quando tutti saremo di nuovo travolti dalla nostra routine ci ricorderemo di questa perdita? Rifletteremo su quel relazionale che tanto nutre e che tutto sostiene?

Alcuni bambini, parlo dei piccolissimi, dovranno nuovamente distaccarsi da mamma e papà e dunque re-inserirsi nel contesto scuola. Ci saranno poi adolescenti che avranno domande, paure e percezioni ben diverse da quelle che avevano qualche mese fa sul “mondo scuola”, ma ancor di più direi sulla vita. Ci saranno poi adulti impauriti di tornare alla normalità, insegnanti provati e chi in tutto ciò ha avuto anche dei lutti. Nei loro zaini e nelle loro borse di lavoro oltre i libri ci sarà tutto questo!

Saremo pronti a ricostruire il loro benessere a scuola? Perché è importante aver chiaro fin da adesso che tornare ad essere in un luogo non coincide “solo” con il rientrarci fisicamente, non è e non sarà una semplice “ripresa” della quotidianità. Questo luogo, la scuola, oggi più che mai, chiede spazio per persone.

ANCHE QUESTE NOTIZIE SU OGGISCUOLA

Attenzione alla ricaduta: il Coronavirus e il rischio recidiva

Piero Angela: “Perché bisogna evitare la psicosi collettiva”

Carta del Docente: disponibile il nuovo bonus. Indicazioni tecniche per le iscrizioni 2019/2020

Elogio della lezione frontale: “Didattica è sentire che ciò che si conosce arrivi agli alunni senza sforzo”

Leggi qui altre notizie su OggiScuola

Seguici anche sulla nostra pagina social Facebook

 

 

Articoli correlati

Back to top button