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Colloqui scuola-famiglia, Corlazzoli: “Abbandoniamo il rito e facciamoli online”

Colloqui scuola-famiglia, Corlazzoli: “Abbandoniamo il rito e facciamoli online”

Colloqui scuola-famiglia, una sorta di incontro al vertice che crea ansie, aspettative ed agitazione, potrebbero diventare, invece, un tranquillo momento di scambio tra adulti. Almeno, stando a quanto scritto da Alex Corlazzoli su Donna Moderna.

“C’è chi chiede un paio di ore di permesso al lavoro per non mancare all’appuntamento; chi è costretto a prendere un giorno di ferie; chi prova a fare uno slalom tra il traffico per arrivare puntuale e chi proprio non riesce a raggiungere i docenti per conoscere l’andamento scolastico del figlio o della figlia – scrive Corlazzoli – In ogni altro luogo, dall’azienda alla politica, dalle aule giudiziarie ai media, l’online è utilizzato per fare riunioni importanti. Nella scuola no: nel regno della burocrazia, dei compiti, della nota sul diario, della lavagna d’ardesia accanto a quella multimediale, l’incontro con i genitori è obbligatoriamente de visu”.

E invece, racconta il maestro e scrittore, l’online funziona benissimo e l’ha provato personalmente con la mamma di Giulia (un’allieva, ndr): “Nei giorni scorsi mi ha chiesto come andava la figlia a scuola. Due minuti dopo le ho risposto, dicendole esattamente quello che le avrei comunicato guardandola negli occhi. Cinque minuti più tardi la mamma di Giulia mi ha riscritto soddisfatta ed ha potuto continuare a lavorare senza spostarsi dall’ufficio, senza dover rischiare la vita per arrivare a scuola in tempo”.

Quali potrebbero essere, quindi, i vantaggi dei colloqui online? Secondo Corlazzoli innanzitutto “insegnanti e genitori potrebbero incontrarsi molto più di quanto accade ora, avrebbero l’opportunità di scambiarsi punti di vista, consigli sui bambini quando lo desiderano, senza essere vincolati da un rito o dal dover chiedere la possibilità di incontrare il docente. Allo stesso tempo l’insegnante avrebbe la libertà di rispondere nel momento più opportuno, magari consultandosi prima con qualche collega e nel caso in cui si ravvisasse la necessità di un incontro de visu lo potrebbe comunque chiedere”.

Il problema, secondo il prof, resta il numero di insegnanti 2.0, quelli davvero tecnologici, pronti ad abbandonare il rito del colloquio per prediligere la chat. “La scuola – ha concluso Corlazzoli – ha l’urgenza di formare i suoi insegnati e di “sdoganare” il social. La lenta introduzione del registro elettronico in questi ultimi anni ha aiutato i genitori ma è stata un’operazione dettata più dall’esigenza di “controllare” che di informare”.

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