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Diamanti controcorrente: gli italiani apprezzano i prof! Ma la scuola è in declino, vi spiego perché

Diamanti controcorrente: gli italiani apprezzano i prof! Ma la scuola è in declino, vi spiego perché

La scuola è in crisi, ma gli italiani hanno fiducia in chi ci lavora. In poche parole si può riassumere il sentimento che nutriamo nei confronti del sistema istruzione. Almeno come lo riassume Ilvo Diamanti, presentando il sondaggio dell’Osservatorio Demos-Coop. Diamanti, nella sua rubrica su Repubblica, spiega che il prestigio sociale dei docenti, nonostante si creda il contrario, appare ancora molto alto. Sono visibilmente scarse, al contrario , le risorse di cui dispone la scuola italiana.

D’altronde nel nostro Paese si investe circa l’8% per cento della spesa pubblica per l’istruzione (Open Polis su dati Eurostat). Siamo, cioè, in fondo alla graduatoria europea. Ben al disotto della media Ue (10,2%).  Scrive Diamanti : “Gli insegnanti vengono apprezzati perché ritenuti (molto o abbastanza) “preparati”. Tuttavia, in prospettiva “storica”, emerge, diffusa, la sensazione che sia in corso un certo declino. Il sistema educativo, negli ultimi 10 anni, alla maggioranza dei cittadini appare “peggiorato”.

Continua l’analisi Diamanti passando agli studenti : ” La preoccupazione maggiore riguarda, comprensibilmente, le prospettive professionali degli studenti. La critica più condivisa riguarda, infatti, “lo scarso collegamento con il mondo del lavoro”. Insieme alla carenza di “risorse per la didattica”. E alla mancanza di sostegno alle famiglie e agli studenti socialmente “svantaggiati”. Che vedono, in questo modo, il loro svantaggio crescere. D’altronde, molte ricerche (di)mostrano una relazione stretta fra “carriera” scolastica e professionale. Mentre è noto il rapporto fra il rendimento scolastico e la posizione sociale della famiglia. Così, continua a incombere il rischio di un futuro – almeno parzialmente – pre-definito. Pre-vedibile. In base al vantaggio (sociale e familiare) di partenza. Un problema che condiziona la “missione” stessa della scuola. Che dovrebbe offrire ai giovani “pari opportunità”. Un futuro. Nel lavoro. E non solo.

È interessante osservare come le “responsabilità” di questi problemi non vengano attribuite solo agli attori del sistema scolastico “pubblico”. Infatti, solo una piccola minoranza invoca un maggiore peso del “privato”. Viene, invece, richiamato il ruolo della famiglia stessa. “Colpevole” di intromettersi spesso, e assai più del passato, nelle vicende scolastiche. Per difendere i figli di fronte ai professori. Mentre, in questo modo, li de-responsabilizza. E interferisce sul loro percorso”.

L’indagine sottolinea, inoltre, come l’insoddisfazione risulti più acuta dove non vi sono studenti in famiglia. Dove la scuola è, dunque, percepita con maggiore distacco. Dis-incanto. Mentre chi fa i conti quotidianamente con il sistema formativo, attraverso l’esperienza dei figli studenti, è più indulgente. Anche se non meno critico. E preoccupato. Perché se il futuro dei giovani dipende dalla scuola: occorre investire nella scuola. Perché i giovani “sono” il futuro della società. Il nostro futuro. Per questo, anni fa, ho pubblicato una “Bussola” intitolata: “Non studiate!”. Per denunciare la scarsa attenzione dedicata dalle istituzioni e dai governi verso la scuola e i giovani.

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