Didattica

Scuola, perché bisogna alzarsi in piedi quando entra l’insegnante?

Scuola, perché bisogna alzarsi in piedi quando entra l’insegnante?

“Gentile professoressa, ho un figlio che ha iniziato quest’anno la scuola media, e l’inizio è stato particolarmente problematico. Alla scuola elementare, le maestre permettevano ai bambini di alzarsi spesso, non era richiesto il permesso per buttare la carta nel cestino e men che meno dovevano alzarsi in piedi all’arrivo dell’insegnante. Ora, arrivati alla scuola media, questi bambini ogni giorno si sentono dire che devono imparare a stare al loro posto e a noi genitori alla riunione di classe è stato detto che non sono “scolarizzati”. Non le sembra un po’ una esagerazione? O forse non sarebbe opportuno pretendere altre cose rispetto all’alzarsi in piedi?”. Sono queste le parole di Carla, una mamma che ha scritto alla redazione di Famiglia Cristiana, per chiedere un consiglio a Paola Spotorno, autrice e insegnante.

Ecco la risposta della docente

Cara Carla,

come è duro crescere e come ci sembrano a volte eccessive e insensate le richieste degli adulti in generale e degli insegnanti in particolare. Sono sicura che per te come per me non era un problema alzarsi in piedi quando arrivava l’insegnante. Ovviamente la scuola di oggi è per molti aspetti diversa da quella che abbiamo vissuto, e per fortuna molte formalità sono state archiviate. Quello che purtroppo non è cambiato è lo spazio a disposizione, mentre il tempo a scuola è diventato lungo, soprattutto alla scuola elementare.

Oggi la maggior parte dei bambini frequenta il tempo pieno, e per le maestre è davvero difficile gestirli per così tante ore pretendendo pure che stiano sempre dietro il banco come gli scolaretti del “libro Cuore”. Così tocca agli insegnanti della scuola media scolarizzare, gran brutto termine, quei bambini che stanno diventando adolescenti. In alcuni casi però non ci si rende conto che puntando tutto sul controllo, si potrebbero alla lunga creare dinamiche ancora più difficili da gestire.

Detto ciò, credo che sia giusto chiedere ai ragazzi un momento di attenzione per l’ingresso in classe dell’insegnante. Non è né una richiesta eccessiva né tanto meno autoritaria. Anzi quella che può sembrare solo forma è in realtà sostanza; quel semplice gesto serve per segnare un momento di rottura tra il prima e il dopo, per rimettere ordine nell’inevitabile disordine che si crea quando un insegnante esce e un altro entra, dando così a tutti la possibilità di ricordare dove siamo e cosa stiamo facendo.

Credo che gli insegnanti di suo figlio abbiano voluto sottolineare come questo piccolo gesto faccia parte di quella buona educazione che solo scuola e famiglie alleate possono efficacemente insegnare. Cara amica, certe formalità come questa che possono sembrare un inutile esercizio di autocontrollo a volte sono quelle che nella vita potrebbero anche fare la differenza. Oltre, ovviamente, alle nostre conoscenze e capacità.

di Paola Spotorno, tratto da Famiglia Cristiana (25/11/2016)

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