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I social di una volta: 19 studentesse si scambiano lettere in gruppo dal 1956

I social di una volta. Da sessantatre’ anni hanno messo in piedi il gruppo di contatto tra ex compagne di studi in stile whatsapp prima di whatsapp. Sono le ex studentesse di una classe dell’Iowa State College che, quando si laurearono nel 1956, si promisero di non perdersi, restando in contatto attraverso le lettere, per tenersi aggiornarsi, seguire la vita di ognuna di loro e aiutarsi nel momento del bisogno. E sono state di parola.

NON SERVONO I SOCIAL PER RESTARE IN CONTATTO

Poco tempo fa le ex compagne rimaste in vita, ormai tutte ultraottantenni, hanno ricevuto un pacco contenente tutte le lettere che si sono scambiate in questi sei decenni. “E’ stato incredibile – commenta Connie King Osborne, 84 anni – quando ci incontrammo eravamo tutte allo stesso punto della nostra vita e da quel momento abbiamo fatto molto per continuare a crescere insieme”. Una volta lasciata l’universita’, le diciannove compagne di studi decisero di adottare un sistema per mantenersi in contatto: ognuna avrebbe scritto una lettera all’anno in cui aggiornare sulla propria vita, inviandola a una “sorella” designata, la quale, a sua volta, avrebbe fatto diciassette copie da spedire alle altre del gruppo. Il giorno scelto per la spedizione e’ stato sempre lo stesso: il giorno di San Valentino. Ogni cambiamento di residenza, veniva comunicato al resto del gruppo con lo stesso sistema.

NIENTE SOCIAL, MA SI AI CONTATTI ANCHE DALL’ARABIA SAUDITA

Cosi’ era stato anche per una di loro, che era andata a vivere in Arabia Saudita. In questo modo, per oltre sessant’anni, le “sorelle” hanno mantenuto un costante contatto, aggiornandosi su tutto, fidanzamenti, matrimoni, nascita dei figli, opportunita’ di lavoro. Ma anche per avere pareri su cosa mettersi per una serata evento, in perfetto stile whatsapp. Tutte si sono aiutate a vicenda per trovare un marito, dieci su diciannove si sono sposate con ex studenti di Iowa State. A una di loro, colpita da sclerosi, le compagne garantirono assistenza e lettere piene di umorismo. A un’altra, alle prese con la depressione, cure per aiutarla a uscire dal tunnel. Una volta, a leggere la lettera di una compagna, inviata il giorno di San Valentino, risero tutte quando la loro “sorella” racconto’ di aver indossato una parrucca alla rovescia durante un incontro di tre giorni sulla “condizione della donna nella societa’”.

Ma quella si era rivelata anche una drammatica lettera d’addio: la donna aveva indossato la parrucca per coprire gli effetti della chemio. Era malata di cancro. “Con questa – aveva concluso – mando un saluto a tutte voi”. Del gruppo originario di diciannove, cinque sono morte, una non scrive piu’, le restanti tredici, in gran parte vedove, vivono disseminate in undici stati. In tempo di messaggi con il cellulare, la lettera per loro ha ancora un valore speciale.

SEI DECENNI DI CONVERSAZIONI

“Abbiamo in mano sei decenni di conversazioni – confessa Tami Osborne Pederson, figlia di una delle tredici “sorelle” rimaste – e capiamo qualcosa di piu’ della nostra vita”. Sei di loro hanno composto una canzone, e partecipato a concorsi canori e di danza. Quando, con il passare degli anni, per alcune e’ arrivato il momento dell’addio, la lettera e’ diventato una sorta di testamento affettivo e di congedo. Un modo per ringraziare le compagne di scuola e amiche di una vita, prima di lasciare il gruppo con una lettera e un francobollo.

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