Cronaca

Pugni, calci e ciocche di capelli strappate ai bimbi: maestra di sostegno 50enne sospesa per 6 mesi

Era stata sospesa dall’insegnamento per la durata di un anno, ma il Tribunale del Riesame aveva dimezzato a 6 mesi la misura interdittiva. Oggi B.L.R, maestra di sostegno 50enne di una scuola primaria di Nardò (Lecce), è stata rinviata a giudizio ed ora attende di sapere quando sarà fissata la data per celebrare l’udienza preliminare.

Lo riportano i media locali, precisando che la donna è accusata di aver creato un clima di terrore tra i giovanissimi allievi. I quali, per la paura, di notte dormivano con male e di giorno non volevano più andare a scuola. La maestra, infatti, avrebbe fatto di calci, spintoni, ciocche di capelli tirate via delle prassi abituali del suo lavoro coi bimbi. In un caso i medici del pronto soccorso accertarono “sul cuoio capelluto di un bambino una piccola area in parte senza capelli, in parte con capelli spezzati”.

Maestra violenta: l’antefatto

L’accusa formale è di maltrattamenti aggravati ai danni di minori. Le indagini erano scattate a novembre, quando i Carabinieri, al comando del maresciallo maggiore Vito De Giorgi, hanno iniziato ad acquisire numerosi elementi per ricostruire la vicenda. Testimonianze, denunce querele, referti medici, analisi di registrazioni di dichiarazioni fornite da un bambino alla madre. Tutto è confluito, alla fine, nella documentazione probatoria del processo.

Degli otto bambini interessati dalla torbida vicenda solo tre sono al centro delle denunce del caso. L’insegnante, assistita dagli avvocati  avvocati Massimo Muci e Anna Maria Ciardo, ha negato le accuse. Rimarcando, in tre casi in particolare, di essere rimasta isolata con i bambini. Sarà la magistratura a vagliare la posizione e l’impianto accusatorio per giungere a stabilire la verità giudiziaria sulla faccenda. E’ chiaro che, anche prima della sentenza, la vicenda assume grande pathos e interesse da parte della comunità locale.

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