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Autonomia, è il giorno della verità: oggi alle 14 a Palazzo Chigi si decide sulla scuola

Oggi l’agenda politica è dedicata all’autonomia differenziata. Alle 14, a palazzo Chigi, si riuniranno il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro per gli affari regionali, Erika Stefani, il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, e i due sottosegretari Giancarlo Giorgetti e Stefano Buffagni. Formazione equilibrata tra Lega e M5s con il premier che dovrebbe rappresentare un punto di equilibrio.

Autonomia, si tenta un passo avanti

Obiettivo, cercare di fare un passo avanti sui provvedimenti che riguardano Lombardia, Veneto e Emilia Romagna che da diversi sono sono bloccati. L’autonomia è prevista nel contratto di governo ma diversi sono i nodi ancora non sciolti, che potrebbero mettere a rischio, secondo il M5s, l’unitarietà della Repubblica, mentre la Lega insiste, soprattutto nel Veneto, per far sì che i governatori abbiano maggiori margini decisionali e gestionali. Il tavolo di oggi dovrebbe occuparsi del tema più spinoso, quello della scuola.

L’autonomia su questa materia rischia di spaccare un asse, quello appunto del sistema scolastico, che ha sempre rappresentato il Paese nel suo complesso. Potrebbe passare alle regioni, oltre alle risorse, anche le decisioni sui piani di studio, i programmi, gli orari, il contratto di lavoro del personale potrebbe diventare regionale, insieme al reclutamento dei dirigenti. Si tratta ora di trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di inserire l’istruzione nelle funzioni che le regioni hanno richiesto di gestire autonomamente, e il dettato costituzionale che tutela lo spirito unitario.

I disegni di legge sull’autonomia, uno per ciascuna regione, dovranno poi passare all’esame del Parlamento, che potrà emendarli, e per l’approvazione in Aula è richiesta la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Obiettivo della Lega è di accelerare per far sì che i disegni di legge non subiscano forti rallentamenti con la sessione di bilancio.

Autonomia: Flc Cgil,Bussetti giu’ le mani da scuola nazionale

“Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti mostra due volti: uno quando parla ai giornali nazionali e con i sindacati e un altro quando parla dai giornali locali. Da quello che sostiene sul Corriere del Veneto, sembra emergere una sua totale dimenticanza di quanto ha sottoscritto con i maggiori sindacati della scuola e dell’Istruzione il 24 aprile 2019”. Lo afferma Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, che ricorda: “giu’ le mani dalla scuola nazionale e costituzionale”.

Nell’intesa, spiega il sindacalista il Governo si “impegna a salvaguardare l’unita’ e l’identita’ culturale del sistema nazionale di istruzione e ricerca, garantendo un sistema di reclutamento uniforme, lo status giuridico di tutto il personale regolato dal Ccnl, e la tutela dell’unitarieta’ degli ordinamenti statali, dei curricoli e del sistema di governo delle istituzioni scolastiche autonome”.

“Ora – aggiunge Sinopoli – Bussetti dice che il suo modello si ispira a quello della Val d’Aosta e del Trentino, dove risorse, orario, piano di studio, contratti di lavoro, mobilita’, aggiornamento del personale docente e ata, reclutamento dei dirigenti scolastici, non sono piu’ nazionali. Dicendo cio’ si confessa candidamente che il sistema scolastico e di istruzione non esistera’ piu’ perche’ diventa regionale a statuto speciale. Non e’ questo che si legge in Costituzione”.

La Flc Cgil “non stara’ a guardare inerte allo scempio che si vuole fare della Carta Costituzionale e del sistema scolastico e dell’istruzione del Paese e si prepara fino d’ora alla mobilitazione del personale nelle forme democratiche necessarie, esclusa nessuna, fino a che questo sciagurato disegno non venga deposto definitivamente nel cassetto”.

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