Opinioni

Lestini: “Caro Salvini, buon 25 Aprile. Io lo festeggerò come tutti i cittadini con coscienza storica e civile”

Onorevole Salvini,
sono un professore di storia. Appartengo cioè a una categoria – quella degli insegnanti, per non parlare di quella degli intellettuali – da lei per nulla amata. Spesso bistrattata e continuamente usata come sintesi del negativo per antonomasia (davvero non conto quante volte l’ho sentita usare il termine “professore” in senso assoluto e dispregiativo).

Ma benché ciò che mi spinge a scriverle sia un pretesto storico, non le parlerò da professore (o, come lei è solito dire, da professorino). Non le farò cioè una di quelle lezioncine che lei tanto detesta. E che tanto propaganda come simbolo della spocchia culturale della sinistra.

Questo perché, benché quanto da lei detto sul 25 aprile (ovvero riducendolo a un “derby” tra fascisti e comunisti) sia un autentico abominio. Lei di lezioni o lezioncine non ne ha certo bisogno.
Vale a dire che lei sa benissimo che 25 aprile sia stato – e sia – ben altro che uno scontro tra fascisti e comunisti. Sa fin troppo bene che identificare la galassia partigiana con la sola ideologia comunista è non solo riduttivo. Ma direttamente un colossale falso storico. Sa benissimo, ministro, come l’antifascismo fu fenomeno ampissimo che dall’estrema sinistra si estese fino alla destra liberale e monarchico.

Sa a memoria e alla perfezione tutto questo e molto altro. E quella frase imbarazzante e decisamente vergognosa (specie se a pronunciarla è un ministro), lei non l’ha certo detta per ignoranza, ma – cosa ben peggiore – per convenienza.

Ovvero, lei l’ha detta non solo nell’indifferenza ma nell’approvazione generale, sfruttando biecamente l’ignoranza altrui. Un’ignoranza feroce e tronfia che la nutre e la legittima, la ingrossa e la santifica. Quell’ignoranza atroce e violenta, quella spaventosa regressione del linguaggio e del pensiero che lei, con il suo partito (che, bene ricordarlo, tra quelli esistenti è il più longevo e con più anni di governo) e con i suoi alleati (e con buona parte della scena politica) avete scientificamente e meticolosamente creato e costruito.

Quell’ignoranza che vi consente di esistere e di crescere a ogni menzogna.
E che consente a lei, onorevole, di essere credibile gridando lo slogan “prima gli italiani”, e al tempo stesso di calpestare il 25 aprile, ovvero un emblema di patriottismo, di difesa della nostra terra contro l’occupante straniero.

Quell’ignoranza che le permette di non vergognarsi nell’irridere questa giornata, che è il momento fondante di quella repubblica che lei, in qualità di ministro e vicepremier, pretende di rappresentare.

Mi congedo da lei, ministro e onorevole, augurandole lo stesso un buon 25 aprile.
Glie lo auguro perché io, come tutti i veri italiani, come tutti i veri cittadini con coscienza storica e civile, lo celebrerò e lo festeggerò.
E se non mi sento rappresentato da lei, mi creda, non è certo perché sono il solito “intellettuale di sinistra” impegnato nell’ennesimo e inutile derby con i fascisti.

Riccardo Lestini

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