Cronaca

Bimbo ucciso di botte a Cardito, le maestre sapevano e tacevano. Una di loro lo chiamava scimmia

Bimbo ucciso di botte a Cardito, le maestre sapevano e tacevano. A scuola, infatti, il piccolo Giuseppe di 7 anni e la sorellina di 8, arrivavano spesso pieni di lividi.

Dopo il patrigno, è stata arrestata anche la madre, ma in molti erano a conoscenza della situazione familiare. Tumefazioni al viso, lividi e confessioni. Parole ignorate dalle maestre. I bambini raccontavano, infatti, di essere picchiati dal compagno della madre. Dalla scuola, però, nessuna segnalazione.

Solo il 18 gennaio, scrive Il Corriere della Sera, dopo che la sorellina di Giuseppe si era presentata in classe con un lobo tagliato, le sue maestre stilarono una relazione per informare della situazione la dirigente Rosa Esca. Segnalazione che però rimase ferma in direzione dieci giorni e fu poi recuperata dalla polizia solo dopo il tragico epilogo.

Il gip Antonella Terzi nell’ordinanza parla di “colpevole negligenza” della dirigente scolastica e definisce la segnalazione “debole quanto tardiva”. Ora la posizione della funzionaria è al vaglio della Procura e il ministro Bussetti.

L’INTERCETTAZIONE

In una delle intercettazioni telefoniche raccolte dagli inquirenti, si sente una delle insegnanti di Giuseppe dire: “Non si poteva fare niente”. E la collega: “Non è che non si poteva fare niente… non abbiamo fatto niente”. Una delle maestre, inoltre, chiamava Giuseppe “scimmietella” perché si buttava sempre a terra, e lui rispondeva: “No, scimmia no”.

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