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Crisi nelle scuole venete: l’addio al Veneto di 460 docenti, ben 301 sono di docenti che tornano al Sud

Nell’anno scolastico in corso, più di 7.000 insegnanti che lavorano in Veneto hanno richiesto il trasferimento. Di questi, meno di 4.000 hanno richiesto il trasferimento ad altre province venete e oltre 3.000 hanno optato per regioni al di fuori del Veneto.

Questo fenomeno può essere interpretato in due modi: da un lato, l’insegnamento non sembra più essere una professione desiderabile nel Nord Italia; dall’altro, gli insegnanti provenienti da altre regioni si trasferiscono in Veneto, noto per le sue numerose cattedre vacanti, con l’intenzione di tornare nelle loro regioni di origine non appena si presenta l’opportunità.

I dati mostrano che 186 insegnanti sono stati trasferiti da altre regioni al Veneto nell’anno scolastico in corso, mentre 463 insegnanti hanno lasciato il Veneto per trasferirsi in altre regioni, un fenomeno che è più che doppio rispetto al primo. Questo ha portato a un saldo negativo di 277 insegnanti per le scuole venete. Tuttavia, 2.312 insegnanti hanno ottenuto il trasferimento ad altre scuole all’interno del Veneto.

La maggior parte degli insegnanti che lasciano il Veneto si trasferisce nel Sud Italia, con 301 su 463 (65%) che si trasferiscono lì. Di questi, 140 sono tornati a insegnare in Sicilia, seguiti da Puglia (59) e Campania (56).

Nonostante ci siano state più di 7.000 richieste di trasferimento presentate al Ministero dell’Istruzione l’anno scorso, più di una su cinque (1.555) aveva come destinazione preferita la Sicilia. Questi numeri fanno del Veneto la sesta regione italiana per numero di richieste di trasferimento al di fuori della regione.

Tuttavia, il numero di trasferimenti potrebbe essere stato maggiore se non fosse per la legge che stabilisce un limite del 25% per i trasferimenti interregionali.

Il fenomeno delle cattedre vacanti non è nuovo e si ripete ogni anno. Anche il vincolo che impedisce agli insegnanti di richiedere il trasferimento nei tre anni successivi all’assegnazione della prima sede non sembra essere un deterrente efficace, poiché gli insegnanti possono facilmente aggirarlo presentando una domanda di assegnazione provvisoria o di ricongiungimento con i figli di età inferiore a 12 anni. Quest’ultima condizione riguarda molti degli insegnanti che richiedono il trasferimento dal Nord al Sud Italia.

Inoltre, il fenomeno del carovita, combinato con stipendi che la maggior parte degli insegnanti ritiene inadeguati, contribuisce a rendere ancora più pesante l’impatto del fenomeno. Questo spiega anche perché il Veneto è una destinazione popolare per gli insegnanti di tutta Italia che aspirano a ottenere un posto fisso. Nel Veneto, quattro cattedre su dieci rimangono vacanti, coperte ogni anno con contratti di supplenza.

Fino a pochi anni fa, la “crisi delle vocazioni” nel mondo della scuola riguardava principalmente le materie scientifiche e tecniche. Ora, tuttavia, il fenomeno si sta diffondendo, interessando anche le cattedre di lettere, lingue e gli insegnanti delle scuole per l’infanzia e primarie. Questi elementi combinati creano una tempesta perfetta che convince sempre più insegnanti a lasciare le scuole della regione.

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