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Bocciato a scuola dopo aver perso il padre, la mamma scrive una lettera di protesta

Una mamma napoletana ha scritto una lettera al direttore de Il Gazzettino per esprimere la sua delusione nei confronti della scuola che ha bocciato suo figlio Daniel, 15 anni, che ha perso il padre pochi giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico. La donna sostiene che la scuola non abbia tenuto conto della situazione personale del ragazzo, che ha faticato a concentrarsi sullo studio nel primo quadrimestre, ma che ha recuperato quattro materie su cinque nel secondo. Nonostante questo, il consiglio di classe ha deciso di non ammetterlo alla classe successiva, senza valutare la possibilità di assegnargli degli esami a settembre.

La mamma si dice profondamente delusa da una scuola che non si è dimostrata all’altezza del suo ruolo e dei suoi fini, tra cui dovrebbe esserci “l’accoglienza e l’integrazione ai fini del superamento delle difficoltà e dei disagi”, come riportato sul sito dell’istituto. Una scuola dove è assente la sensibilità, l’umanità, l’attenzione al caso particolare. La donna racconta di aver avuto un colloquio con la coordinatrice della classe, a cui aveva chiesto di informare i nuovi insegnanti delle materie insufficienti della particolarità del momento e del fatto che Daniel nel biennio non aveva mai avuto una materia insufficiente. La coordinatrice le aveva assicurato che l’avrebbe fatto e che l’avrebbe tenuta informata, ma invece non l’ha più contattata.

La mamma conclude la sua lettera suggerendo ai professori che hanno bocciato suo figlio di leggere e riflettere con un po’ di umanità il libro scritto da don Lorenzo Milani intitolato “Lettera ad una professoressa”. Un libro che denuncia le ingiustizie e le discriminazioni del sistema scolastico italiano nei confronti degli alunni più svantaggiati e che invita gli insegnanti a essere educatori e non giudici.

La lettera della mamma ha suscitato diverse reazioni sui social network, tra chi si schiera dalla sua parte e chi invece difende la scuola e i suoi criteri di valutazione. Alcuni commentatori hanno anche ricordato il caso di un ragazzino di 12 anni che si è gettato dal balcone dopo aver saputo di essere stato bocciato a scuola, avvenuto lo scorso giugno a Padova. Un episodio drammatico che ha riaperto il dibattito sulla bocciatura come strumento pedagogico e sul ruolo della scuola nella formazione dei giovani.

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