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Concorsi, candidati impreparati: “Ci vuole una scuola seria”

Una “scuola seria, con sacrificio e merito centrali”. Questa la ricetta del sottosegretario Sasso per sconfiggere l’impreparazione dei candidati ai concorsi.
“Chi affronta un concorso per diventare magistrato – spiega su Facebook – dovrebbe rappresentare parte del meglio della nostra gioventù. Con un bagaglio di conoscenze e competenze di tutto rispetto. Invece, come evidenziato dall’ultima prova concorsuale, scopriamo che i posti in palio non possono essere coperti perché un’altissima percentuale di candidati non ha una sufficiente preparazione. E non dal punto di vista giuridico, badate bene, ma su aspetti basilari come comprensione del testo, esposizione, sintassi, grammatica. Un quadro desolante”.

Lo studio

“Un paio di giorni fa, inoltre, Save the children ha diffuso uno studio secondo cui un adolescente su due ha enormi difficoltà a comprendere un testo scritto: un dato che non può che destare sconcerto e preoccupazione. La scuola, evidentemente, ha bisogno di tornare sui propri passi e di abbandonare quella china radical-buonista che rischia di rovinare più di una generazione. Il sacrificio e il merito devono necessariamente tornare a essere elementi centrali nella valutazione dei nostri studenti: condizioni di partenza uguali per tutti, ci mancherebbe, ma poi le qualità individuali e il sudore della fronte vanno in qualche modo riconosciuti e valorizzati. Una scuola che annulla le differenze di rendimento in nome di una distorta visione egualitaria non fa che mortificare i più meritevoli, favorendo l’appiattimento e il disimpegno”.

Concorsi e bocciature

“E non rende un buon servizio nemmeno a chi incontra delle difficoltà, che sa benissimo che riuscirà comunque ad andare avanti senza dover colmare le proprie lacune. Tanto poi, ottenuto un titolo di studio purchessia, si può sempre contare sul reddito di cittadinanza. Vogliamo davvero creare una società che poggia su basi così inconsistenti? Ci vuole una netta inversione di tendenza, a partire proprio dal mondo della scuola. Ma va fatto da subito, innanzitutto per il bene dei nostri ragazzi. Pensare che c’è chi avrebbe voluto evitare la prova scritta alla maturità (per il terzo anno consecutivo) e, ancora peggio, eliminare le bocciature”.

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