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Bianchi: “Più valore alla professione di insegnante”

Questione Ucraina, parola al ministro Bianchi. “Non possiamo non partire non ricordando i nostri fratelli dell’Ucraina, non possiamo non partire da questo dramma che stiamo vivendo e dopo questa invasione barbarica delle truppe russe”, dice intervenendo in video collegamento al VII congresso nazionale della Cisl Scuola. “Non possiamo non ripartire di lì perché non vi è possibilità di discutere di niente se non si riparte dalla necessità di ricostruire la pace. Bisogna essere costruttori di pace. Però bisogna essere molto fermi anche contro tutti coloro che sono costruttori e portatore di guerra. La nostra fermezza deve essere non solo elemento portante della nostra azione politica ma anche in tutti i nostri comportamenti”.

Bianchi e i profughi ucraini

“Stiamo accogliendo in Italia tanti bambini e ragazzi che fuggono dall’Ucraina, per sfuggire alla morte. Questo principio di accoglienza è cruciale: è il momento in cui dobbiamo esprimere tutta la nostra capacità come Paese in Europa. Sono in collegamento continuo con i ministri dell’istruzione europei. Ci ritroveremo anche stasera per concertare un’azione che possa permettere a tutti coloro che escono dall’Ucraina di trovare in Europa un riferimento stabile. È il momento di parlare di valori morali. La scuola oggi deve essere non solo una scuola di pace, ma ricca di grandi valori: deve permettere di affrontare le incertezze del domani e le difficoltà del presente e avere al suo centro le persone, dai ragazzi ai dirigenti. È l’idea di una ricostruzione della scuola come comunità educante ed educativa, su cui abbiamo lavorato quest’anno con il sindacato”.

“Ci sono stati momenti di difficoltà e tensioni, punti di vista diversi” con i sindacati, “ma vi sarà modo di considerare, dove vi siano state anche delle divergenze, di trovare nell’ambito del contratto una possibilità di ricomposizione che deve partire dal punto fondante che la scuola è il perno della società democratica”.

La scuola

“La scuola non è semplicemente un luogo in cui stare, magari controvoglia, e formare le proprie conoscenze. Mai come in questo momento, in cui rischiamo di essere travolti da Internet, dal nostro telefonino, torna a essere il luogo in cui si impara a vivere insieme. Molti sono i segnali di difficoltà che hanno i ragazzi oggi, molte ragazze segnalano disturbi alimentari, accentuati rispetto al passato, ma non tutti ascrivibili al Covid, e anche sull’eccesso di alcol da parte dei più giovani ci sono dati preoccupanti.

Ma contemporaneamente ci sono decine e decine di esperienze bellissime nelle scuole che in tutta Italia hanno affrontato questo momento dimostrando come vi sia capacità del nostro Paese di vedere nelle scuole il luogo di costruzione di una solidarietà attiva. Il luogo di una capacità attiva di voler superare insieme questo momento. Sono tantissime le scuole che stanno accogliendo con grande entusiasmo i ragazzi dall’Ucraina. Se tante sono le difficoltà, è tantissima la capacità del nostro Paese di poter esprimere nei momenti di difficoltà quella grande capacità che ci ha permesso di uscire da crisi gravissime”.

E ancora: “Parte fondamentale del sistema nazionale di educazione sono le scuole paritarie. In Italia abbiamo 12.202 scuole paritarie, con circa 800mila ragazzi e quasi 90mila insegnanti; due terzi gestite da istituzioni cattoliche. Ieri abbiamo fatto un confronto in sede di Concordato e abbiamo ricordato la necessità ancora una volta di integrare in maniera ancora più netta tutte le scuole paritarie nel nostro sistema nazionale”.

Il nuovo contratto

Bianchi ha anche aggiunto che c’è bisogno di “dare più valore alla professione di insegnante, che non è solo trasferitore di nozioni ma l’adulto di riferimento in una popolazione studentesca che ha sofferto molto. Bisogna lavorare insieme per valorizzare al massimo la funzione dell’insegnante, dobbiamo giungere in tempi brevi al contratto e ragionare sul reclutamento. Devono esserci percorsi chiari per poter scegliere di fare l’insegnante. E poi bisogna parlare di formazione continua, per capire quali sono i nuovi bisogni in una società in trasformazione”.

Per Bianchi “dobbiamo parlare della formazione iniziale, di formazione permanente e della possibilità di chi svolge la professione di insegnante di avere un tempo per poter sviluppare un proprio percorso di vita e carriera. Così come quelli connessi con la governance, i dirigenti, i dsga, il middle management sono temi importanti, che richiedono capacità di approfondimento. Le riforme del Pnrr ci danno lo strumento per poter intervenire sul questo corpo della scuola da troppo tempo martoriato e considerato al margine, ripensando quale scuola per i nostri tempi e per tutti noi. Quale cambiamento per la scuola, che abbiamo di fronte oggi, ma che deve diventare un elemento di riferimento, garanzia, stabilità ma anche forte innovazione sociale. Nel disegnare la scuola del domani c’è l’idea fondante di qual è la società del domani”.

“La scuola deve diventare allo stesso tempo elemento di garanzia e innovazione sociale. E in questo senso le parti sociali stanno sviluppando una funzione fondamentale. Bisogna sostenere il cambiamento ma evitare che generi nuove disuguaglianze. La scuola – ha concluso Bianchi – ha una straordinaria capacità di uscire dalle crisi, anche quella gravissima che stiamo vivendo”.

 

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