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Cori sul Duce: il preside difende la scuola?

Si inneggia al Duce con i cori. Poi ci sono i saluti romani. Dopo il video con il coro “Duce, Duce…”, rivolto da un gruppo di studenti al preside dell’Istituto Aeronautico Locatelli, Giuseppe Di Giminiani, la giunta comunale di Bergamo prende posizione. In una nota ufficiale infatti, parla di una “vicenda assolutamente inquietante che solleva a nostro giudizio forti riserve sulla conservazione della parificazione dell’Istituto alle scuole statali, parificazione di cui il rispetto della Costituzione è il presupposto inderogabile. I fatti ci muovono a richiedere l’intervento urgente da parte delle Autorità competenti”.

Giunta vs preside

Secondo la giunta tutto è accaduto durante la “cerimonia di consegna dei diplomi al Liceo Aeronautico. Avevamo aderito alla richiesta di patrocinio da parte del Comune, come segno di fiducia nonostante le vicende che già in passato hanno visto l’istituto al centro di vicende giudiziarie. Questa fiducia è stata gravemente tradita”. Di Giminiani ieri ha voluto rispondere alla nota della giunta comunale: “È sbagliato dire che tutto è avvenuto durante la cerimonia di consegna dei diplomi, ma quando? Era il mio compleanno ed eravamo all’intervallo di una mattinata normale, respingo categoricamente certe affermazioni, che sono proprio sbagliate. Il filmato che è girato in rete è stato evidentemente manipolato, per mostrare che avrei risposto con un saluto romano, quindi con convinzione, ai cori dei ragazzi, che ripeto sono studenti di 14 e 15 anni. E invece se si guardano i filmati non modificati, in nostro possesso, la storia è ben diversa. Se ho sbagliato ho sbagliato io, non la mia scuola, qui qualcuno vuole attaccare l’Aeronautico. È vero, i cori sono stati fuori luogo e inopportuni, lo dico chiaro, ma non c’è stato altro. Nella nostra scuola esiste la massima libertà di pensiero”.

La risposta antifascista

Ieri fuori dall’Istituto sarebbe scattato il presidio di protesta organizzato da Bergamo Antifascista, con fumogeni, cori, flashmob con gli ombrelli a comporre la scritta “antifascisti” e invocare anche il «Ddl Zan». Via Carducci pare fosse in parte bloccata per circa un’ora, una cinquantina le persone di ogni età che si sono radunate dopo le 16.30.

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