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L’insegnante Enrico Galiano e le 10 domande ai docenti che non vogliono vaccinarsi

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, l’insegnante e scrittore Enrico Galiano si rivolge ai docenti che non vogliono vaccinarsi per conoscere meglio le ragioni che li spingono a rifiutare la vaccinazione.

“Niente dita puntate, niente strali lanciati: solo tanti punti di domanda, con la curiosità di un bambino che alza la mano in classe quando non capisce”, è quanto scrive su ilLibraio.it, presentando i suoi dieci interrogativi ai quali spera di poter rispondere grazie all’interazione con i docenti interessati.

“Io sono qui per capire, non per accusare. – spiega l’insegnante – E ad essere precisi vorrei tanto capire perché c’è un 12% dei miei colleghi insegnanti che non si vuole vaccinare. Questo, sapendo che questa scelta potrebbe prolungare ancora di molto l’agonia della scuola a distanza che tanto ha fatto penare anche loro o, nel migliore dei casi, sapendo che potrebbe generare nuovi disagi, nuove difficoltà.”

Naturalmente Galiano si rivolge non a coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute, ma a tutti quelli che ne hanno la possibilità ma si rifiutano di farlo.

L’insegnante Enrico Galiano e le 10 domande ai docenti che non vogliono vaccinarsi.

Prima di condividere le sue domande aperte ai colleghi non vaccinati, Enrico Galiano fa sapere di aver compreso che “all’origine di tutto c’è una paura. Sia per chi si vaccina che per chi sceglie di non farlo. E siccome la paura è una brutta bestia, forse parlarne può servire a calmarla.”

LE DOMANDE DI GALIANO AI DOCENTI NON VACCINATI

1) Perché non ti vuoi vaccinare?

2) Hai paura di qualcosa? Di cosa?

3) Non lo fai perché pensi sia inutile? Sulla base di quali studi hai raggiunto questa convinzione?

4) Sei in possesso di dati statistici, articoli scientifici accreditati, insomma hai in mano dei dati di fatto inoppugnabili che ti suggeriscono sia meglio non vaccinarti?

5) Sei a conoscenza del fatto che la tua scelta può provocare un prolungamento della didattica a distanza, portare a nuovi disagi o, addirittura, essere la causa di contagio delle persone attorno a te?

6) Se sì, che peso ha questa cosa nella tua decisione, nonostante tutto, di non farlo?

7) Non pensi che la tua presa di posizione sia un implicito messaggio che dice: “Non mi fido della scienza e di chi ha studiato”? Come riesci a far convivere questa idea col fatto, quando sei a scuola, insegni a ragazzi e ragazze il valore della scienza e dello studio? Insomma: non percepisci un’incoerenza di fondo con quello che fai quando insegni?

8) O forse anche quando sei in classe insegni a non fidarti troppo degli scienziati? Se sì, perché?

9) Lo sai che ci sono molti ragazzi e ragazze che sono usciti letteralmente devastati dalla Dad? E che comunque non ha avuto per niente un buon effetto sulla preparazione generale degli studenti?

10) Se sì, come la vivi questa cosa? Nel senso: è una cosa che ti interessa?

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