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Mondo della scuola in subbuglio: “penalizzare chi non ha Green Pass è schiaffo al personale”

Il mondo della scuola è in subbuglio.

Docenti e sindacati, mentre provano ad accettare l’introduzione del Green Pass, non riescono a passare oltre sul tema delle misure ad esso correlate.

Non è pensabile, per loro, considerare “assenze ingiustificate” quelle di chi non possiede tampone o vaccinazione.

Non trovano corretto, poi, sospendere dal lavoro chi si assenterà per questa ragione per 5 giorni.

Più intollerabile è ritenuta, poi, la sospensione della retribuzione.

A tal proposito si è espressa Maddalena Gissi della Cisl Scuola: “le misure previste per chi non ha il Green pass rispondono a covidna logica che definirei di giustizia sommaria, l’impressione è che stia prevalendo un’esigenza più di immagine che di sostanza“.

Dalla Uil, Pino Turi ritiene che le misure rappresentino un vero e proprio schiaffo al personale che ha già mostrato di avere una coscienza civica dal momento che è già vaccinato pressoché nella sua totalità“.

Lo dimostrano i dati, presentati anche dallo stesso Ministro dell’Istruzione che ha affermato:

i numeri dicono che è vaccinato l’85,6% del personale ma in Liguria, Sardegna, Sicilia e Calabria sono stati fatti tanti open day rilevando più l’età che non l’appartenenza professionale, quindi credo siamo sopra il 90%“.

Il Ministro non perde dunque l’occasione per rilanciare il suo appello: “se in classe saranno tutti vaccinati si potrà togliere la mascherina“.

 

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