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No alla quarantena per gli alunni vaccinati. L’Italia come la Francia?

L'’annuncio del primo ministro Blanquer: "Alle medie e superiori, se c’è un contagio in classe solo gli alunni non immunizzati dovranno seguire le lezioni da casa"

Vaccino obbligatorio per gli studenti? No grazie, la Francia non ci sta. Occhio alla questione immunizzazione però. Che potrebbe comportare dei vantaggi relativi per gli alunni delle medie e delle superiori. Per esempio che, nel caso di un positivo in classe, chi ha il Green pass non debba andare in quarantena. E’ questa la decisione presa oggi dal primo ministro Jean-Michel Blanquer. Il quale ha aggiunto che invece, qualora ci fosse un contagio fra i più piccoli, le scuole materne ed elementari chiuderanno. Come già l’anno scorso, tanto più visto che i minori di 12 anni non possono essere vaccinati. Ma proprio in questa stessa logica per chi è vaccinato non sarà più necessario restare a casa qualora ci fossero dei compagni positivi al Covid.

L’Italia segue il modello francese?

No quindi alla quarantena dunque per gli studenti vaccinati in Francia. E’ questa una soluzione che potrebbe essere adottata anche da noi. La Conferenza delle regioni l’aveva già caldeggiata la settimana scorsa: in caso di focolai, suggerivano i governatori, si potrebbe permettere ai vaccinati e solo a loro di restare in classe.

Il modello francese e la quarantena 

Al modello francese si è già ispirato anche il Cts che, rispondendo ai quesiti del Ministero dell’Istruzione sulla riapertura, ha introdotto un’importante novità rispetto all’anno scorso: il distanziamento flessibile. A settembre l’ormai proverbiale metro è raccomandato solo «ove possibile»; in alternativa, basta la mascherina. Dunque i banchi possono essere messi anche un po’ più vicini della distanza di sicurezza ma in quel caso gli alunni devono tenere la mascherina davanti alla bocca per tutto il tempo. Insomma, da settembre, anche nelle aule sovraffollate dei licei di Milano e Roma ci sarà posto per tutti, proprio come la Francia aveva già decretato fin dall’anno scorso.  Secondo l’ultimo report del ministero della Salute finora hanno ricevuto almeno una dose di vaccino il 30 per cento dei 12-19enni. L’obiettivo del governo è di raddoppiare il numero degli immunizzati entro il 13 settembre, giorno della prima campanella. Un traguardo non irraggiungibile visto che le vaccinazioni per questa fascia d’età si sono aperte da poco più di un mese e manca ancora un altro mese e mezzo. Il via libera odierno dell’Agenzia del farmaco a un secondo vaccino – e cioè Moderna – per i minorenni (finora era stato approvato solo Pfizer) dovrebbe aiutare a spingere ulteriormente la campagna vaccinale.

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