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Disastro scuola, le prove Invalsi condannano la pandemia

I risultati Invalsi delineano un quadro molto negativo della scuola italiana

Scuola, che disastro! Nell’arco di due anni gli apprendimenti in italiano e matematica degli studenti hanno subito un tracollo, soprattutto alle superiori. Fa eccezione solo la primaria. Questi gli esiti delle prove Invalsi relative all’anno scolastico 2020-2021.

L’eccezione

I bimbi i migliori. La scuola primaria fa infatti eccezione, non registrando variazioni negative dei risultati in italiano rispetto al 2019. Sia in seconda sia in quinta. Mentre la leggera flessione in matematica non è statisticamente significativa. E’ comunque il grado di scuola che ha avuto il periodo di chiusura più breve e ha fatto minor ricorso alla didattica a distanza.

Confronto con il 2019

Cosa è cambiato negli ultimi due anni? Le criticità rispetto al 2019 sono abbastanza marcate nella classe terza della secondaria di primo grado. In italiano la perdita media è di 4 punti, in matematica di 7. Secondo la Banca Mondiale la crescita di apprendimenti media in un anno è di 0,4 deviazioni standard e su una stima simile converge l’Ocse con ricerche condotte in diversi paesi sui dati Pisa (Programme for International Student Assessment). Tradotta in dati Invalsi, sarebbero 16 punti. Gli studenti delle medie, rispetto ai loro omologhi di due anni prima, avrebbero dunque perso circa 2 mesi in italiano e 4 in matematica.

Social Tracking

L’Invalsi ha sottolineato anche l’aumento della variabilità tra classi all’interno della stessa scuola. Attribuendolo alla formazione di gruppi socialmente omogenei da parte dei dirigenti scolastici, che riduce l’effetto perequativo della scuola (social tracking). Alla secondaria di secondo grado la perdita è più accentuata. In media la diminuzione in italiano è di 10 punti e in matematica di 9: oltre 5 mesi equivalenti di scuola in meno rispetto alle coorti precedenti in entrambi i casi.

Le differenze territoriali

Quanto influisce il territorio? Le differenze territoriali sono esasperate. Con regioni dove il 70 per cento e più degli studenti è sotto il livello minimo (Puglia, Sicilia, Calabria e Campania) con un ritardo medio di 49 punti rispetto al Nord. Oltre tre anni di scuola secondo lo stesso Invalsi. A livello territoriale, il Mezzogiorno aumenta ulteriormente il divario dei punteggi medi con le regioni del Nord rispetto al 2019. Ma, più sorprendentemente, perdono terreno nei confronti della media anche le regioni del Nord-Est, storicamente le prime della classe.

 

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