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Compiti delle vacanze: è giusto assegnarli?

Una querelle lunga decenni. E’ corretto assegnare i compiti per le vacanze? Meglio che i ragazzi rimangano “allenati” a studiare anche d’estate o è giusto farli riposare e staccare completamente la spina fino a settembre?

La Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”

Maurizio Parodi, dirigente scolastico, ha consegnato al ministro Marco Bussetti e al Sottosegretario Giuliano Salvatore, un vero e proprio decalogo che disciplina l’assegnazione dei compiti. A fondamento della sua tesi, il dirigente sostiene che non esiste una norma precisa che obblighi ad assegnare i compiti e che in alcuni Paesi vige addirittura il divieto. Una discrepanza che andrebbe regolata normativamente per dare voce ed esecuzione alla “Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Che all’art. 13 stabilisce che ogni bambino e adolescente ha diritto a un congruo periodo di riposo per dedicarsi alle attività ricreative e ludiche che meglio si adattano alle sue attitudini ed età. Tale Convenzione è diventata legge dello Stato e precisamente la n. 176 del 1991, regolamentando alcune branche dell’insegnamento. E imponendo vere e proprie regole limitative per l’assegnazione dei compiti delle vacanze. Si parla di comprensione delle esigenze dei ragazzi, di obbligo di correzione da parte dei docenti. Di divieto di mettere un voto sul loro svolgimento e di commisurare i compiti all’effettiva capacità dei ragazzi di sostenerli. 

Cosa fanno gli altri Paesi? Russia e Germania

Paese che vai, usanza che trovi. Pare che gli studenti italiani sono i più oberati di compiti delle vacanze insieme ai russi, che li precedono solo di qualche punto percentuale. Secondo il rapporto Ocse condotto su un campione di quindicenni di diversi stati, infatti, i russi e gli italiani hanno un carico molto pesante di compiti. Dovuto al qualche punto percentuale. Secondo il rapporto Ocse condotto su un campione di quindicenni di diversi stati, infatti, i russi e gli italiani hanno un carico molto pesante di compiti. Dovuto però al lungo periodo di vacanza di cui godono. 90 giorni circa senza scuola sono davvero tanti e rischiano di vanificare il duro lavoro svolto durante l’anno. Basti pensare che in Germania le tanto desiderate vacanze estive si riducono a 6-8 settimane, rispetto alle 12-13 di cui godono gli studenti italiani.

Svizzera e Usa

Nella più vicina Svizzera, invece, i compiti delle vacanze sono molto ridotti e spesso inesistenti, salvo assegnazioni integrative per chi necessita di specifico recupero in determinate materie. Si tratta di un sistema razionale che punta a intervenire solo sui casi di effettiva necessità, quando cioè ci sono forti lacune da colmare. Negli Stati Uniti, infine, i compiti vengono assegnati in modo proporzionale all’età, questo significa che i più piccoli restano completamente liberi mentre ai più grandi vengono assegnati esercizi soprattutto nelle materie scientifiche. Secondo uno studio, infatti, le discipline più penalizzate sarebbero proprio matematica e scienza, che godono di minori possibilità di esercitazione rispetto all’italiano, all’arte o alle lingue straniere che generalmente vengono praticate con la lettura di libri, la visita ai musei o con l’ascolto della musica straniera. In sostanza la questione resta aperta: cosa e quanto assegnare agli studenti in vacanza?

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