Sui social tanti docenti si chiedono cosa può accadere loro se dovessero decidere di non fare il vaccino, soprattutto in questo periodo in cui alcuni lotti sono stati ritirati. Ricordiamo cosa dice la legge.
Il vaccino per i docenti e per il personale Ata non è obbligatorio.
Il personale scolastico può decidere in piena libertà di fare oppure di non fare il vaccino. Chi opta per il no, non rischia di incorrere in nessuna sospensione dalle mansioni.
Del resto, il vaccino AstraZeneca, avendo una copertura inferiore al 60%,
non garantirebbe l’immunizzazione totale e solo per un periodo massimo di circa sei/otto mesi nel migliore dei casi.
Inoltre l’art.32 della Costituzione recita così: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”,
mentre il codice civile all’art.2087 impegna il datore di lavoro ad “adottare le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del prestatore di lavoro”.
Ed inoltre va ricordato l’art.20 del d.lgs. 81/2008, Testo unico in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro,
che impone l’ obbligo allo stesso lavoratore di prendersi cura della propria salute e sicurezza
e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro.
Il combinato disposto si traduce in un impegno del dirigente scolastico a garantire la sicurezza nel luogo di lavoro,
attraverso la distribuzione delle mascherine per dipendenti e studenti, tutelando i presenti a scuola attuando i protocolli di sicurezza, rispettando il distanziamento e garantendo l’igienizzazione delle mani a tutti i presenti a scuola.
Ma nulla può rispetto ai vaccini, anzi, per privacy nemmeno dovrebbe sapere se un dipendente si è vaccinato, e dunque non c’è nessun rischio di demansionamento o di sospensione dalle attuali mansioni.
