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Scuola, una mamma racconta: “Mio figlio dopo lockdown non ha più voglia di tornare in classe”

Intervista al Corriere della Sera: "Si è completamente smarrito con la Dad, ora è sempre davanti al pc"

I disagi con la scuola sono un serio problema di questi tempi, in cui si dà importanza più a come recuperare le loro scolastiche che recuperare i ragazzi, i veri penalizzati in questa fase emergenziale. Una toccante intervista sul Corriere della Sera  edizione di Torino esamina le difficoltà con la scuola di un ragazzo di 14 anni. Il tutto raccontato dalla madre. Ha 14 anni e ogni giorno trova una scusa diversa pur di saltare le lezioni in classe a scuola. La mamma: «Vedere un ragazzo che si perde è un dolore per tutti».
“Con il secondo quadrimestre s- si legge ancora sul Corriere della Sera –  è arrivato il primo lockdown, ma l’abbiamo preso tutti un po’ sottogamba perché non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Poi è arrivata subito l’estate e non ci abbiamo più pensato». I problemi sono iniziati dopo «A settembre è tornato a scuola, in seconda, ed era contento, ma da fine ottobre è stata di nuovo chiusa. Più passavano i mesi e i giorni, più rimaneva a casa e più sentiva la difficoltà e la paura di tornare a scuola. Quest’anno è andato tutto male».
Non ha nemmeno voglia di seguire le lezioni online. In realtà molti ragazzi si collegano e poi non ascoltano, la Dad non serve. È una cosa che diciamo tutti noi genitori, i ragazzi non seguono e fanno altro».
E ora il ragazzo non vuole tornare a scuola: .” Soffre d’asma, quindi basta che mi dica che non riesce a respirare e io non lo mando. Non è facile, ci vuole molto polso e opera di convincimento e a volte non ci riesco. Rimane a casa e basta. Trova tutti gli escamotage possibili e immaginabili». I
E non è servito nemmeno un rientro al 50%:  “Diciamoci la verità: stanno distanziati, con le mascherine, non possono parlare. È come se non stessero a scuola. Più passano i giorni e più la sente come estranea e ha meno interesse ad andarci Rimanere tanto tempo a casa lo ha completamente distaccato dall’ambiente scolastico. Già con il primo lockdown in realtà non ha vissuto la scuola, perché è mancato quel contatto con gli altri che ne è alla base».  Ora sta sempre davanti allo schermo. Si occupa anche di musica, ma comunque attraverso il computer. Non è troppo attratto dai videogiochi, non passa tutto il tempo a giocare. Alterna diversi interessi, ma tutto ruota intorno al computer». Riesce a studiare per conto suo? «No, non gli interessa. È l’ultimo dei pensieri, come se non lo riguardasse. Quest’anno il quadrimestre è andato male. Rispetto all’anno scorso quando aveva preso tutti 7 e 8, ora ha delle insufficienze».

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