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Salvini e la ricetta sulla scuola, ma non convince la sua posizione sulle classi pollaio

Il leader della Lega: "Meno alunni nelle classi coinvolgendo le scuole private". Peccato che le norme non lo consentano

La ricetta di Salvini per la scuola dettata al Corriere della Sera: “Meno alunni nelle classi, coinvolgendo anche le

scuole private, stabilizzazione degli insegnanti precari e riorganizzazione dei trasporti pubblici”.

COVID UN’OPPORTUNITA’ PER LA SCUOLA

L’emergenza infinita che stiamo vivendo si legge sull’Huffington Post –  potrebbe essere l’opportunità che la scuola, ma non solo, stava aspettando per migliorare davvero e diventare centrale per la politica e l’opinione pubblica. A partire, per esempio, dalla cancellazione (o di una sua parte) del dimenticato, ma in pieno vigore, dpr 20 marzo 2009, n. 81 recante “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola” ( Dpr applicativo della legge 133/08).

Lì dentro c’è la norma che ha reso legale formare classi con più di 27 alunni alle superiori (attualmente organizzate in totale didattica a distanza), prevedendo di non scendere al di sotto, ma non avendo nulla da dire (o chiudendo un occhio) se la classi diventino di 30 o di 35 alunni, come è capitato (da allora, classi pollaio). Ai bei tempi del terzo governo Berlusconi, di Tremonti e della Gelmini, ministra dell’Istruzione, in Parlamento c’era anche Matteo Salvini (alla Camera fino al luglio 2009).

Non risultano sue prese di distanza – evidenzia l’HUffington Post –  Per cui, oggi, sarebbe credibile se dicesse, serenamente, che vuole cancellarla. A meno che quando associa la riduzione degli alunni nelle classi non pensi ad altro. Per esempio, allo sembramento dei ragazzi nelle strutture, per lui così spaziose e così innumerevoli, delle scuole private. Al di là dell’aspetto didattico-pedagogico, e, al di là di una chiamata in causa per tenersi buono un bel bacino di voti,

Salvini non ha mai spiegato, in questi mesi, dove sarebbero questi spazi, in quali regioni, per risolvere quali criticità, se si riferisce indifferentemente a tutte le scuole o se solo alle superiori. Insomma, non si capisce, ma ne parla sempre. Sui precari, che Salvini vuole stabilizzare de facto, il governo ha intrapreso la strada del concorso, svolto, prima delle più rigide norme anti Covid di fine ottobre-primi novembre, dal 60-70% degli aventi diritto. Come la mettiamo? E, poi, non stava a destra il merito come valore? Insomma, sarebbe bello saperne di più

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