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Vicari: “Pandemia, troppi suicidi e autolesionismo tra bambini e adolescenti”

"Da novembre a oggi, reparto occupato al 100 per cento dei posti disponibili".

Troppi i casi di suicidi e tentativi, con autolesionismo, nelle fasce di età più giovani. La pandemia di coronavirus ha creato danni pazzeschi all’economia, ma soprattutto ha devastato le nostre vite.

E lo ha fatto imponendo un improvviso reste di quasi tutte le nostre certezze. Anche la vita sociale è radicalmente cambiata.

I bambini, i ragazzi, gli adolescenti e via via tutte le altre fasce di età dei giovani ne hanno risentito in maniera netta.

Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in un’intervista all’Huffington Post ha fatto il punto della situazione.

“Da ottobre ad oggi, con l’inizio della seconda ondata, abbiamo notato un notevole rialzo degli accessi al pronto soccorso con disturbo psichiatrico.

“Nel 90% dei casi  – ha aggiunto – sono giovani tra i 12 e i 18 anni che hanno cercato di togliersi la vita”.

Ed inoltre ha aggiunto: “Mai come negli ultimi tempi, da novembre a oggi, reparto occupato al 100 per cento dei posti disponibili, mentre negli altri anni, di media, eravamo al 70 per cento”.

“Ho avuto per settimane tutti i posti letto occupati da tentativi di suicidio e non mi era mai successo. Al pronto soccorso si registra un ricovero al giorno per ‘attività autolesionistiche’”.

E ancora: “Stiamo assistendo a due fenomeni: da una parte, abbiamo gli adolescenti che per autoaffermarsi diventano aggressivi, fanno male agli altri, fanno male ai genitori, si tagliano, diventano intrattabili. Dall’altra, abbiamo i giovani che si chiudono a riccio, si rifugiano nel loro mondo e nella loro stanza e non sappiamo se avranno voglia di uscire fuori da questo guscio, una volta passata la tempesta”.

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