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Bimbi a casa per il Covid-19, 35.000 bonus baby sitter erogati nel padovano

A fruirne una platea stimabile in poco meno di 20 mila mamme e papà alle prese con la prolungata chiusura delle scuole.

In questa emergenza Coronavirus sono stati oltre 35 mila i Bonus baby sitter erogati alle famiglie padovane nel

2020. A fruirne una platea stimabile in poco meno di 20 mila mamme e papà alle prese con la prolungata

chiusura delle scuole e la difficile quadratura del cerchio tra il tempo dedicato al lavoro e quello per i propri figli.

Ma – come riporta Il Mattino di Padova – il blocco delle attività scolastiche per quasi tutto il 2020 ha di fatto

costretto le famiglie padovane ad adottare una serie di strumenti alternativi, oltre a quelli del welfare informale

che spesso, ed anche in questo caso, ha i volti dei nonni e delle nonne. La misura, ora prorogata fino alla fine di

febbraio 2021, ha rappresentato per molti un supporto economico importante che può spettare anche ai propri

familiari, come ai nonni, appunto, ma solo se non conviventi.

E tuttavia il Bonus baby sitter non è compatibile con quello previsto per l’asilo nido né con il congedo parentale e

ha un valore massimo di 1200 euro. Si tratta in effetti di un credito in denaro utilizzabile nel periodo di chiusura

della scuola introdotto dal Decreto Rilancio per prestazioni di assistenza e sorveglianza ai figli sotto i 12 anni (in

caso di disabilità però il limite di età viene a scomparire). Uno strumento, il Bonus baby sitter, era di per sé

destinato al successo e lo dimostrano i dati di un boom effettivamente incommensurabile rispetto a periodi

precedenti (prima del Covid questo bonus non esisteva affatto). Tuttavia a dare un’idea dell’attenzione che le

mamme e i papà padovani hanno dedicato agli strumenti resi disponibili dall’Inps, per la gestione

dell’emergenza, è l’incremento delle richieste di congedi parentali in provincia. Una crescita di oltre il 65, 5% che

ha portato le richieste presentate dalle 29 mila del 2019 alle attuali 48 mila circa.

Per le strutture dell’Inps e dei patronati sindacali, anch’essi per altro alle prese con le limitazioni e le difficoltà derivanti dalla pandemia, si è trattato di uno degli elementi più sfidanti. «Bonus baby sitter, indennità Covid e congedo parentale» spiega il direttore dell’Inps di Padova, Massimo Formichella, «sono i tre provvedimenti a carattere individuale più sfidanti per la struttura dell’Inps provinciale, che in quel periodo si è trovato alle prese non solo con l’ordinaria amministrazione ma pure con la cassa ordinaria Covid, quella in deroga, il Fis e così via. E tuttavia i dati ci dicono che si è trattato, assieme allo strumento dello smart working, di alcuni degli strumenti strategici forniti dallo Stato che sono stati più usati per fare fronte alla gestione delle esigenze familiari e della cura dei minori in un contesto difficile come quello che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo. Perché in effetti, la chiusura delle scuole perdura a tutt’oggi e la richiesta di accesso a questi strumenti continua ad essere al centro delle attenzioni di una vasta platea di utenti».

Anche per i Patronati di origine sindacale l’effetto Bonus baby sitter è stato estremamente significativo, pure in un contesto in cui questo specifico strumento rappresentava solo una parte del lavoro aggiuntivo degli sportelli nel 2020. «Per la verità i nostri uffici» spiega Antonella Franceschin, direttore del Patronato Inca Cgil di Padova, «hanno subìto un tale assalto su tutti i fronti che il Bonus baby sitter ha rappresentato solamente un “di cui”. Certamente significativo, per la verità, ma comunque si è trattato solo di una parte di un problema più vasto fatto di migliaia e migliaia di richieste di informazioni sulle più variate questioni, tra cui anche questo bonus, la presa in carico di altre migliaia di pratiche di ogni genere e tipo».

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