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Draghi e la proposta di allungare il calendario scolastico, i docenti: “Non l’aveva già detto l’Azzolina?”

Analisi del Fattoquotidiano che sottolinea come i partiti adesso siano favorevoli e prima hanno criticato la ministra uscente

La proposta di Draghi di allungare il calendario scolastico non è nuova. Anzi, era stata la ministra uscente, Lucia Azzolina a farla sua: “È possibile allungare il calendario se si sono perse delle lezioni. Si può pensare a giugno”, aveva detto la ministra il 6 dicembre su La7.

La Lega – come analizza il Fatto Quotidiano –  che oggi è pronta a sostenere il premier incaricato, era totalmente contraria. Draghi vuole dare la precedenza agli insegnanti, per ciò che riguarda i vaccini. Le prime iniezioni, però, guarda caso sono partite proprio in queste ore “È questa l’idea geniale di Mario Draghi? Non l’aveva già detta la ministra Azzolina?”.

DRAGHI, I DOCENTI E I SINDACATI

Sono i docenti i primi a ricordare la primogenitura dell’ipotesi ventilata dall’ex capo della Bce. Quando l’aveva detto la ministra M5s apriti cielo: immediatamente si erano schierati contro di lei la Lega di Matteo Salvini e tanti altri esponenti del centrodestra.

Naturalmente avevano alzato le barricate anche le organizzazioni sindacali che pure in queste ore sono tornati a far sentire la loro voce. Un allungamento delle lezioni se lo ipotizza  Draghi, nessun partito si permette di dire qualcosa in contrario. o di dire la sua. Così come per i tamponi rapidi sugli studenti – di cui Azzolina aveva parlato a novembre scorso – e di vaccinare subito gli insegnanti. Cosa che in realtà è già partito con l’arrivo delle prime dosi del siero prodotto da Astrazeneca.

Quando la Lega diceva: “È sbagliato” tutte prese di posizione prevedibili, visti i rapporti tesi da sempre tra Azzolina e i sindacati. A contestare duramente la ministra era stata anche la Lega, che oggi invece guarda a  Draghi “senza porre alcune condizioni”.

I DANNI AL TURISMO E AGLI STUDENTI

Si causerebbe un danno al settore turistico, già attivo a metà giugno, con le famiglie bloccate nelle città. Si procurerebbe un danno agli stessi studenti che dopo mesi chiusi in casa dovrebbero invece poter riprendere a vivere all’aperto, praticare attività sportive, ludico-ricreative”. I docenti – sottolineava il deputato leghista Romano  Sasso – “a scuola ci vanno comunque, anche d’estate, per attività di programmazione fino al 30 giugno, e per esami fino a fine luglio. Quindi se proprio vogliamo prendere seriamente in considerazione una ipotesi del genere, prima dotiamo ogni Istituto di impianti di aerazione, sanificazione e condizionamento dell’aria, poi ragioniamo sulle ore di didattica a distanza, e solo dopo facciamo proposte simili”.

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