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Pittella: “L’educazione civica a scuola, una sfida vinta”

Gianni Pittella, senatore, sul blog del noto portale Huffingtonpost.it, nel corso del suo editoriale, ha parlato

dell’importanza dell’educazione civica a scuola. Ecco quanto si legge: “Il 2020 è stato un annus horribilis che

ricorderemo a lungo per le conseguenze sulle vite di ciascuno di noi, gli affetti persi, le nostre attività professionali

danneggiate, la nostra socialità smarrita. Eppure, anche in quest’anno funesto, ci sono piccole grandi buone notizie,

una delle quali posso annoverare tra le battaglie vinte.

Era il 2015 quando lanciavo un appello insieme all’associazione politica che avevo fondato, Laboratorio

Democratico, con il quale chiedevo la reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole italiane e il cui incipit era:

‘Dovere fondamentale della scuola, in tutti i sistemi scolastici, è quello di offrire gli strumenti culturali per diventare

dei buoni cittadini’.

Quell’appello ebbe una grande eco, raccogliendo migliaia di firme nelle piazze, nei luoghi di dibattito, nelle discussioni in rete; e si inscrisse in una battaglia che altri autorevoli colleghi del Pd e di altri schieramenti vollero condurre.

Il risultato normativo fu la legge 92 del 2019 attraverso cui si imponeva l’insegnamento dell’Educazione Civica con un proprio voto e almeno 33 ore all’anno dedicate.

Il risultato pratico è che da settembre 2020 l’Educazione Civica è tornata tra i banchi di tutti i gradi scolastici, dalla scuola dell’Infanzia fino alla scuola secondaria di II grado.

Lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale i tre assi prioritati nelle linee guida del Ministero.

In sintesi, significa formare gli studenti ai diritti e ai doveri, quali cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità.

Significa educare alla conoscenza e alla tutela del patrimonio e del territorio, alla salute, alla tutela dei beni comuni, ai principi basilari di protezione civile.

Significa educare all’uso critico degli strumenti digitali, delle grandi opportunità che offrono e dei possibili rischi connessi all’uso dei social media e alla navigazione web.

Quanto questo sia prezioso in generale è facile intuirlo e, ciò a maggior ragione, in una contingenza come quella che viviamo per cui il senso di appartenenza alla comunità, l’adesione alle regole di convivenza, lo spirito solidaristico, l’empatia verso l’altro sono i primi vessilli nella battaglia contro il virus.

Ecco, in quest’anno orribile, una piccola vittoria, non mia ma di tutti coloro che pensano che l’educazione sia la strada maestra per la rinascita”.

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