Ritorno a Scuola, vincono i presidi: alle superiori in classe il 50% senza doppi turni
Ritorno a scuola, al momento vincono i presidi: piano della Regione Piemonte tramontato.
L’emergenza Coronavirus ha tartassato anche la scuola, i primi a pagare lo scotto di questa pandemia sono stati
proprio gli studenti che in tutta Italia continuano la dad, soprattutto alle superiori. In Piemonte il piano per il
rientro a scuola formulato dalla Regione, con il doppio turno di ingresso alle 8 e alle 10 per non sovraccaricare i
mezzi pubblici e consentire la presenza nelle aule del 75% degli studenti sembra destinato a tramontare.
La ripartenza delle scuole superiori potrebbe scattare dall’undici gennaio 2021.
La ripresa dopo le festività natalizie, se prevarrà la linea indicata dai presidi, alle superiori sarà caratterizzata dalla
presenza del 50% degli studenti, con un unico orario di entrata. Il prefetto Palomba, che coordina il Tavolo
trasporti, preso atto delle resistenze delle scuole ha ammesso che «l’immediata attuazione del 75% potrebbe
causare criticità». La prospettiva è di riattivare il modello già sperimentato: turnazione e didattica digitale
integrata, probabilmente da lunedì 11 gennaio. «Noi ci abbiamo provato, con una proposta che ritenevamo fattibile e coerente con l’esigenza di riportare i ragazzi in classe in sicurezza».
Dopo la bocciatura formale del piano arriva la lettera inviata dai presidi ai prefetti del Piemonte e al presidente Cirio, la Regione Piemonte si arrende: «Prendiamo atto e aspettiamo di capire cosa deciderà il ministero», spiega l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, che domani rappresenterà il Piemonte alla conferenza Stato-Regioni. Il presidente Cirio aveva chiesto agli istituti «di fare la loro parte, mostrandosi flessibili sull’ipotesi del doppio turno». I numeri, ha spiegato la Regione, parlano chiaro. «Senza scaglionamento, per mantenere i carichi nel limite del 50%, per i 170 mila studenti servirebbero 100 mezzi in più a Torino e 60-70 negli altri capoluoghi: non ci sono e comunque rischierebbero di bloccare il traffico».
Dopo la lettera inviata lunedì, il presidente dell’Anp di Torino Antonio De Nicola, tiene a precisare che «per le scuole l’ipotesi del turno 10-16 non è mai stata praticabile. Pensare che un ragazzo arrivi a casa alle 17 -17,30, di fatto senza aver mangiato – a Torino sono due o tre le scuole dotate di mensa ed è da vedere se potranno tenerla aperta – e che abbia poi l’energia per mettersi a studiare, non pare realistico. Poi, gli istituti tecnici e professionali hanno 32 ore settimanali con un rientro. Considerato che la maggior parte ha la didattica su 5 giorni, significherebbe uscire una volta alle 18 o due alle 17. I ragazzi arriverebbero di sera».