Opinioni

Antonia Ragone: “Ecco perché la scuola italiana necessita di pedagogisti ed educatori socio-pedagogici”

Nel momento storico in cui stiamo vivendo la cronaca ci mette di fronte a vere e proprie emergenze educative proprio laddove avviene la formazione delle giovani generazioni, ovvero nella scuola. Violenza fra coetanei, contro i docenti e viceversa, episodi di bullismo e cyberbullismo, omofobia, intolleranza, razzismo,  atti vandalici ed intimidatori sono ormai all’ordine del giorno in tutta la penisola.

LA SCUOLA E LA FAMIGLIA

La scuola,  insieme alla famiglia, è la principale agenzia di formazione e di socializzazione dell’uomo. Uno dei perni su cui far leva per promuovere il benessere integrale (fisico, cognitivo, emozionale, relazionale) degli individui. Essa non è più solo il luogo dove avviene la pura e semplice trasmissione delle nozioni. Dove ci si limita a fornire informazioni rispetto a questa o quella materia e dare un giudizio in voto. La scuola è un luogo di vita, dove si impara la convivenza civile. A socializzare con i pari, ad essere cittadini consapevoli, a relazionarsi con gli adulti, a sviluppare la propria personalità. E a prendere coscienza del proprio essere al mondo.

LE ESPERIENZE

Alcune esperienze del contesto scolastico si tramutano in importanti occasioni di crescita che verranno ricordate negli anni. Altre si risolveranno con il ciclo di studi. Altre, infine, potrebbero produrre contrasti, disagi, sofferenza, delinquenza. Sta di fatto che tutti dalla scuola si aspettano molto, sia sotto il profilo umano, dello sviluppo personale, sia sotto il profilo dell’apprendimento e della preparazione al futuro professionale. Per tutti questi motivi si auspica l’inserimento dei  professionisti dell’educazione presso le scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado ( al momento non ci sono ancora leggi specifiche a tal proposito). Per un progetto teso a valorizzare l’individuo nella sua interezza e a stimolarne una crescita tanto cognitiva quanto emozionale. Oltre che a contrastare le nuove emergenze educative. Supportando i docenti sia operativamente che nella loro formazione.

L’AMBITO PRIVILEGIATO

Infatti, la scuola è sicuramente l’ambito privilegiato di un intervento pedagogico. Che possa contribuire ad affrontare le eventuali problematiche presenti in tutte le fasi della crescita individuale e a prevenire possibili disagi. Comportamenti aggressivi e violenti, bullismo, cyberbullismo, disabilità, disturbi della condotta alimentare, alcolismo, uso di sostanze psicotrope. Problematiche inerenti la crescita, oppure legate all’insuccesso, alla dispersione scolastica o alla mancanza di motivazione.

L’INTERVENTO PEDAGOGICO

L’intervento pedagogico non possiede mai finalità diagnostiche ( il pedagogista non è un medico). Ma è mirato a favorire l’acquisizione di conoscenze,  abilità, competenze. Per poter interagire nel miglior modo possibile quotidianamente nella relazione con il proprio “ essere”, con gli “esseri altro da sé” e con l’ambiente in cui si è immersi.  Infatti, il pedagogista, favorirà l’instaurarsi di una relazione empatica e di fiducia. Attraverso la quale possano emergere le risorse e i limiti. Focalizzando eventuali problematiche e i bisogni socio-educativi tramite l’osservazione e l’ascolto attivo.

I livelli operativi dell’intervento educativo sono:

  • Consulenza pedagogica;
  • Percorsi di osservazione/valutazione di difficoltà di apprendimento/relazione;
  • Attività di prevenzione rispetto all’emergere di situazioni di disagio scolastico/ didattico, relazionale, familiare, sociale;
  • Supporto pedagogico per i docenti nella gestione delle dinamiche della classe.
  • Iincontri a tema con il gruppo classe per creare focus o discussioni approfondite e partecipate tramite: la narrazione come strumento educativo,  la P4C, ovvero la filosofia con i bambini, trasformando il contesto educativo in una comunità di ricerca e di riflessione;
  • Educazione e Promozione della salute secondo la carta di Ottawa ( 1986)

Attualmente i  professionisti dell’Educazione riconosciuti dalla legge italiana n.  205/2017 commi 594/601 in sono : il Pedagogista e l’Educatore socio-pedagogico e possono operare in ambito scolastico  secondo la normativa italiana vigente mediante le seguenti modalità di inserimento:

1) DOCENZA

Chi è in possesso di una laurea in Pedagogia o Scienze dell’Educazione V.O. ( D.M. 39/98), laurea specialistica ( LS56, Ls 65) o magistrale( LM50, LM57, LM85, LM93)   può partecipare a concorsi per  cattedra docente nelle scuole statali e paritarie di secondo grado per le classi di concorso A-18 Filosofia e Scienze Umane e A-19 Storia e Filosofia a condizione di avere tutti i CFU previsti da tali classi e dei famosi 24 CFU previsti dal D.M. n. 616 del 10 agosto 2017 in ambito psicologico, pedagogico, antropologico, metodologie e tecnologie didattiche. In particolare, si accede alla classe di concorso A-18 secondo il D.M. n. 259 del 9 maggio 2017 solamente se in possesso di 96 CFU in settori 4 settori disciplinari: ambito pedagogico, filosofico, sociologico, psicologico.

L’educatore socio-pedagogico in possesso della sola triennale non può accedere all’insegnamento ma solo nei “servizi educativi per l’infanzia” secondo nuovi titoli di studio previsti dalla riforma della Legge 107/2015 per il sistema integrato 0-6 anni e definiti dal DLgs 65/2017.

Sia il pedagogista che l’educatore socio-pedagogico non possono insegnare alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo  grado.  Ancora in fase di elaborazione da parte del Legislatore italiano il nuovo bando di concorso abilitante previsto per l’estate 2019 per le scuole secondarie e della possibile riapertura della Terza fascia per le supplenze ( 2020).  Tuttavia chi ha tutti i requisiti per accedere alla classe di concorso può proporre la propria candidatura inviando una istanza di messa a disposizione ( Mad) per supplenze temporanee su cattedra docente alle scuole superiori dove sono previsti gli insegnamenti della classe di concorso a cui si afferisce.

 2)PERSONALE EDUCATIVO

L’educatore socio-pedagogico e il pedagogista possono accedere anche al ruolo di Personale Educativo ( PP) nei convitti e negli educandati statali e paritari Il decreto n. 374 del 1° giugno 2017 indica quali sono i requisiti per l’accesso ai posti di personale educativo per la III fascia delle graduatorie di istituto (le graduatoria triennale si è aggiornata a giugno 2017 e si poteva scegliere una sola provincia italiana). Convittori e semiconvittori, durante tutto l’arco della loro permanenza in Convitto, sabato, domenica e festività comprese, escluse le ore scolastiche, sono infatti affidati agli educatori, che si alternano secondo un turno stabilito dalla dirigenza all’inizio di ogni anno scolastico.

Per quanto riguarda gli allievi convittori, tra i compiti degli educatori rientra anche quello di rilevare le assenze scolastiche, acquisire informazioni sul rendimento scolastico, partecipare agli incontri con i docenti e ai ricevimenti, integrando o sostituendo (se necessario) talvolta anche la presenza dei genitori stessi. La funzione educativa si esplica in :l’attività educativa, promozione della crescita umana, civile e sociale dell’allievo,tutoraggio allo studio e guida alle attività culturali, sportive e ricreative, rapporti con le famiglie e i docenti, compiti di accoglienza e accompagnamento, realizzazione di progetti, partecipazione a sperimentazioni, continuità orizzontale con le agenzie del territorio, partecipazione a progetti promossi dall’Unione Europea, scambi e gemellaggi con gli altri Convitti, visite guidate volte alla condivisione degli spazi dell’extrascuola.

3)ASSISTENZA SPECIALISTICA SCOLASTICA

L’educatore socio-pedagogico e il pedagogista possono essere reclutati a scuola tramite la modalità dell’Assistente all’autonomia e alla comunicazione, chiamata comunemente ASSISTENZA SPECIALISTICA. Tale figura viene regolamentata nella legislazione vigente dall’articolo 13, comma 3 della Legge 104/92: “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Questo servizio è gestito dagli Enti Locali, la normativa di ” chiamata” è diversa da regione a regione, ma di solito il servizio viene affidato dal Comune a una cooperativa sociale che recluta le figure professionali partecipando a un bando comunale o della scuola.  L’attività di assistente per l’autonomia e la comunicazione ha delle funzioni specifiche che si differenziano da quelle dell’insegnante di sostegno, con cui deve cooperare secondo gli obiettivi del PEI (Piano Educativo Individualizzato).

L’educatore scolastico progetta un proprio piano di lavoro nelle diverse aree dello sviluppo evolutivo in relazione ai bisogni educativi del singolo soggetto che emergono dalla valutazione del Profilo Dinamico Funzionale ( PDF). Il servizio di assistenza specialistica ai disabili presso le scuole consiste in tutti gli interventi funzionali per aumentare il livello di autonomia e di integrazione dei disabili, anche mediante attività parascolastiche ed extrascolastiche, con esclusione di quei compiti che rientrano nella competenza degli istituti scolastici: assistenza materiale e la cura dell’igiene personale, l’ausilio in entrata ed uscita dalle aree esterne alle strutture scolastiche, l’accompagnamento per l’uso dei servizi igienici (Nota Ministeriale 30/11/2001).

4) LIBERO PROFESSIONISTA DELL’EDUCAZIONE

Il pedagogista e l’educatore socio-pedagogico possono lavorare nelle scuole attraverso progetti, Pon, istituzione dello sportello pedagogico, rapporti di collaborazione per la pedagogia della salute ( progetti di educazione e promozione della salute), per l’educazione alla cittadinanza attiva, alla legalità, per corsi di formazione per docenti e genitori. Possono partecipare ad avvisi pubblici banditi dalle scuole oppure proporsi come professionisti dell’educazione in libera professione per la consulenza pedagogica.

Inoltre, vista la carenza cronica di organico di insegnanti abilitati al sostegno si auspica che in futuro vengano presi in considerazione i pedagogisti inseriti nelle graduatorie triennali del personale docente. Per sopperire tale mancanza. E non si proceda a frettolose ed inappropriate assegnazioni solo per coprire il posto vacante o modalità di reclutamento lunghe e tortuose come il TFA. I pedagogisti sono gli unici deputati a poter sopperire alla mancanza di docenti di sostegno. Proprio per il loro percorso accademico di pedagogia e didattica speciale. E per vari tirocini ed esperienze con i diversamente abili.

 

Riferimenti normativi

Legge di Bilancio n. 205/2017 commi 594 a 601

Legge Quadro 104/1992

D.M. n. 259 del 9 maggio 2017

Disposizioni in materia di professioni non organizzate legge n. 4 del 14 gennaio 2013

Legge 107/2015 ( Buona Scuola)

Dottoressa Antonia Ragone – pedagogista e docente

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