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Scuola. Linee guida con procedure snelle. Partita la caccia di aule e spazi alternativi

La caccia di aule e spazi alternativi alle classi è già partita. Sono ore cruciali per la riapertura delle scuole. Se la scorsa è stata la settimana delle schermaglie tra ministero dell’Istruzione e Regioni quella appena iniziata dovrebbe essere quella dell’intesa sulle regole per il ritorno in classe dopo l’estate. Nella migliore delle ipotesi, che presuppone un livello di contagio da Covid-19 ancora sotto controllo, si punterà su distanza di sicurezza e mascherine semi-obbligatorie. Mentre nella peggiore, e cioè con un nuovo lockdown in atto, ci si affiderà a una didattica a distanza 2.0. Con indicazioni centralizzate per evitare lo spontaneismo dei mesi scorsi.

Gli scenari

Sono i due scenari che il ministero dell’Istruzione, d’intesa con il Comitato tecnico-scientifico, dovrebbe formalizzare nelle linee guida per la Fase 3 degli istituti scolastici attese a giorni. Un minuto dopo, nei tavoli territoriali già istituiti o in via di istituzione, partirà la caccia di aule e spazi spazi da reperire per garantire, almeno sulla carta, a tutti gli alunni la didattica in presenza.

Linee guida all’ultimo miglio

Mettendo da parte in questa sede lo scenario più pessimistico, che lo stesso ministero considera poco probabile, concentriamoci allora sull’altro. Alla presenza di Regioni ed enti locali la ministra dell’Istruzione, probabilmente tra mercoledì e giovedì, illustrerà le sue decisioni per riaprire tutte le scuole a settembre. Le linee guida in arrivo si annunciano snelle. Immaginando un quadro epidemiologico ancora sotto controllo verrà ricordata l’importanza delle norme di igiene personale, la necessità di misurare la febbre prima di arrivare a scuola (con l’obbligo di restare a casa con temperatura superiore ai 37,5) e l’obbligo del distanziamento. Ma intanto è partita la caccia di aule e spazi alternativi.

Caccia alle aule

Qui resta un primo punto interrogativo (un metro di distanza in classe e due in palestra come indicato dal Cts oppure gli 1,96 metri quadri citati nei tavoli tecnici ?) e le 48-72 ore che mancano all’ora X serviranno probabilmente a trovare una risposta. Così come dovrebbe arrivare una parola di chiarezza sulle mascherine. Annunciate in un primo momento come obbligatorie dai 6 anni in più potrebbero restare tali solo negli spazi comuni mentre in classe, se si rispetterà il distanziamento, potrebbero essere tolte. Sulla falsariga di quanto deciso dalla Spagna nei giorni scorsi. Di sicuro – a meno che il Coronavirus non scompaia del tutto – bisognerà immaginare nuovi modi di far lezione. Per questo ogni Regione si sta già attivando alla caccia di aule e nuovi spazi.

Spazi alternativi alle aule

Che il nostro patrimonio scolastico è vetusto e inadeguato ormai è noto. E lo sarà ancora di più quando arriverà il cruscotto informativo messo a punto da viale Trastevere. Anche il tema delle classi sovraffollate lo conosciamo bene e i numeri pubblicati in pagina dimostrano come sia difficile immaginare che abbia successo la caccia di aule e spazi alternativi all’interno degli stessi edifici scolastici (ad esempio in palestra o aula magna). Tra l’altro è complesso anche immaginare lezioni all’aperto quando, dopo settembre, metà Italia andrà incontro al freddo.

Autonomia scolastica

Per risolvere le criticità maggiori, che dovrebbero essere concentrate in un 20-25% delle scuole superiori dei grandi centri, si punterà sui patti di comunità e sull’autonomia delle scuole in modo da usare le risorse del territorio. Nell’ottica non solo di trovare altro spazio fisico per le lezioni ma anche di innovare la didattica sia il ministero che gli enti locali hanno avviato una ricognizione degli spazi riconvertibili (a cominciare dalle scuole dismesse per il dimensionamento. Ma la caccia di aule è appena all’inizio e il risultato non è scontato.

 

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