“Beati voi, avete 3 mesi di vacanze”, prof racconta cosa significa essere docente
“Beati voi, avete 3 mesi di vacanze”, prof racconta cosa significa essere docente
di Patrizia Mazzotta
Dedicato a quelli che ” beati voi, avete 3 mesi di vacanze”, ” lavorate 18 ore”, “…ma che volete?”.
TROVATEMI UN ALTRO LAVORO IN CUI CI SIANO TUTTE, DICO TUTTE, LE SEGUENTI CARATTERISTICHE:
Una o più lauree;
Una o più specializzazioni;
Una o più abilitazioni;
Uno o più master di perfezionamento;
Uno o più corsi di aggiornamento;
Uno o più concorsi vinti o superati;
Un periodo di precariato di durata “media” tra i 3 e i 20 anni circa;
Un’alta probabilità di andare in pensione da precari (cioè disoccupati);
Uno stipendio tra i 400 e i 1300€ max;
Un contratto collettivo nazionale scaduto da 8 anni;
Il cambio della sede di lavoro ogni anno, (da precario e non solo), spesso lontana e scomoda da raggiungere;
Il cambio di uno o più “datori di lavoro” ogni anno o più volte l’anno;
La variazione del “tipo” di lavoro, anche ogni anno (sostegno, discipline varie);
Il cambio di “clientela” ogni anno o più volte l’anno;
La “clientela” numerosa di quartieri difficili o di periferie pericolose;
Il luogo di lavoro con ambienti talmente fatiscenti che a volte ti crollano sopra;
Nessun rimborso spese per benzina o buoni pasto;
Nessuna certezza di avere carta igienica o carta per le fotocopie sul luogo di lavoro;
Il Wi-Fi assente in molti posti di lavoro, sostituito da chiavette personali a carico del lavoratore;
Le numerose varianti dell’handicap psico-fisico da gestire (BES, H, ADHD, DSA…);
Conoscenze approfondite ed aggiornate;
Competenze relazionali, pedagogiche, didattiche, educative e giuridiche;
Il pagamento dello stipendio per le supplenze che arriva anche dopo molti mesi;
Il licenziamento ai primi di giugno o, se si ha fortuna, a fine agosto;
L’incertezza assoluta di un nuovo lavoro a settembre;
Nessun diritto a permessi retribuiti di alcun tipo (se si è precari);
Nessun diritto a prendere ferie quando si vuole, se il Dirigente non le concede (precari e non);
La frequente necessità di trasferirsi in un’altra regione per trovare lavoro;
Il lavoro di correzione e preparazione (mappe concettuali, slide, ppt, riassunti, verifiche tradizionali, strutturate, semi-strutturate, miste, diversificate, differenziate, personalizzate e test) anche di domenica;
I rischi civili e penali (Culpa in vigilando, Culpa in educando);
Gli straordinari h24 non retribuiti (per non parlare dei rischi) come accompagnatore nelle uscite didattiche;
Le spese non rimborsate, durante le uscite didattiche;
Il rischio di ricorsi al TAR da parte della “clientela”;
Il lavoro A LUGLIO (per Esami di Stato, corsi di recupero, esami finali di recupero, scrutini giudizi sospesi ecc…) o A FINE AGOSTO in scuole dove si toccano i 43 gradi;
Il lusso di poter andare in bagno, perché per poter fare i bisogni devi chiedere a qualcuno di buon cuore se ti sostituisce, altrimenti non ti puoi assentare;
Il rischio di minacce, danneggiamenti all’autovettura e aggressioni fisiche;
I rischi legati al pendolarismo (incidenti, danni e/o usura mezzo, patologie cervicali, dorsali e lombari);
I rischi di patologie legate al lavoro usurante (burnout; noduli alle corde vocali; allergie al gesso o agli agenti chimici dei laboratori, disturbi alla vista);
La consapevolezza che non si può “fare carriera”, perché l’unica “carriera” che un docente desidera è il rispetto da parte dell’opinione pubblica e della classe politica, la dignità delle condizioni di lavoro, il rinnovo del contratto e una riforma degna di questo nome.
Insomma, beati voi….
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