Opinioni

Umberto Galimberti: occorre educare più che istruire. I genitori smettano di competere con i docenti

Umberto Galimberti: occorre educare più che istruire. I genitori smettano di competere con i docenti

Istruire o educare? Una domanda che definisce il ruolo del docente. Un quesito che da sempre si pone chi svolge il difficile compito di insegnare. A tentare di dare una risposta è stato il filosofo e sociologo Umberto Galimberti.  “Istruire significa trasmettere contenuti culturali per via intellettuale da una mente all’altra: dall’insegnante al discepolo. Educare significa curare la dimensione emotivo-sentimentale dei ragazzi aiutandoli a passare dalla pulsione all’emozione. La mente non si apre se prima non si è aperto il cuore”.

Ma se l’educazione è così pregnante cosa occorre fare per renderla costante oggetto del lavoro del docente? La risposta diventa complessa, perché si deve, per forza, passare a valutare l’oggetto del lavoro: gli studenti. E sui giovani è ancora Galimberti a cercare di tracciare il quadro. Loro sono il vero problema.  “… ai ragazzi manca uno scopo e un perché, per cui bevono, si drogano come anestesia dal fatto che nessuno li chiama per nome”.

La soluzione? qui emerge il pessimismo di Galimberti. Soprattutto se inquadrato nella visione della famiglia. Il nodo della questione va ricondotto ai genitori che appaiono pessimi educatori. Insomma si è’ al centro di un corto circuito. Occorrerebbe educare e non solo istruire,  Ma con i genitori che vivono il rapporto con i docenti di competizione e gli alunni che sono spesso oggetto di troppe attenzioni e poco amore, questo diventa impossibile. Allora? Allora dice Galimberti confidiamo negli insegnanti. Nella loro capacità di educare il cuore, oltre che la mente.

ANCHE QUESTE NOTIZIE SU OGGISCUOLA

“Bassano sei tu?”. A Salerno il video di una prof diventa virale. Il web insorge: “Intervenga il Miur”

Carta del Docente: disponibile il nuovo bonus. Indicazioni tecniche per le iscrizioni 2019/2020

Elogio della lezione frontale: “Didattica è sentire che ciò che si conosce arrivi agli alunni senza sforzo”

Scuola. Se l’alunno si fa male nell’istituto, l’insegnante è obbligato ad accompagnarlo in ambulanza

Augias: “Niente analisi logica e grammaticale a scuola, normale che i ragazzi non capiscano i testi”

Scuola, i sei giorni di ferie possono essere trasformati in permessi: ecco il codice da utilizzare

Leggi qui altre notizie su OggiScuola

Seguici anche sulla nostra pagina social Facebook

Articoli correlati

Back to top button