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L’allarme dei presidi: “Le scuole non sono ospedali”

L’allarme dei presidi. Mascherine, detergenti all’ingresso e termoscanner per verificare che la temperatura non superi i 37,5 gradi. Locali sempre puliti e arieggiati. Le regole verranno rispettate, per far ripartire l’Italia con le scuole e i luoghi di lavoro in sicurezza. Ma il rischio è che la responsabilità possa stritolare che si ne deve fare carico. Dalle aziende ai banchi di scuola ci si chiede infatti su chi debba ricadere la responsabilità di un eventuale contagio, soprattutto se sono stati seguiti i protocolli di sicurezza.

L’allarme dei presidi

L’appello arriva non solo dalle imprese, come già avvenuto per Confindustria, ma anche dai presidi. Da Roma a Milano, si mettono a disposizione per la riapertura degli istituti scolastici a settembre. «La scuola – arriva però l’allarme dei presidi – non è un ospedale». Un gruppo di dirigenti ha scritto al Comitato tecnico scientifico spiegando le loro ragioni. «Se il problema è sociale investe l’intera comunità. – spiega tra i firmatari Stefano Sancandi, preside del liceo Primo Levi di Roma. – I rischi connessi alla riapertura delle scuole devono essere riconosciuti come rischi da assumere a livello sociale. Abbiamo avuto problemi enormi nelle strutture ospedaliere, con esiti tragici, e voi credete davvero che nelle nostre scuole si possa garantire quello che a malapena possono garantire ospedali come lo Spallanzani di Roma o il Sacco di Milano?”.

I rilievi

“La scuola – viene ribadito dall’allarme dei presidi – non è un ospedale. È pronta a fare la sua parte, continuando ad assumersi le responsabilità che le competono, ma la società, dai cittadini ai loro rappresentanti, faccia altrettanto». Dello stesso parere anche l’Associazione nazionale dei presidi che oggi tornerà al ministero dell’istruzione per discutere di sicurezza. Sulla prima bozza dell’ordinanza ha avanzato le sue critiche. «Non ha specifiche tecniche che facciano capire chi deve fare cosa spiega Mario Rusconi. Rischia di creare contenziosi che ricadranno su presidi e staff di presidenza. Dobbiamo garantire la salute delle persone ma anche il diritto allo studio e le competenze dei vari attori della scuola». E ora dopo l’allarme dei presidi si attendono risposte.

 

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