Galli della Loggia: Scelte della Azzolina diseducative e la scuola deve ripartire il 25 agosto
“Ebbene, io credo che si tratti di un grave sbaglio, di una scelta profondamente diseducativa. Ma come? Sul Paese si è abbattuta una vera e propria tragedia, i morti si contano a migliaia, a milioni le persone che hanno perso il lavoro o sono economicamente con l’acqua alla gola, la nostra economia rischia di rimanere in ginocchio, le finanze pubbliche neanche a parlarne, e che messaggio viene trasmesso ai giovani italiani? «Facciamo come se nulla fosse e liberi tutti!»”.
Per della Loggia, però, la Ministra non solo ha sbagliato, ma ha anche scelto di sbagliare. “Ma c’era un’alternativa? E quale? Secondo me sì. Innanzi tutto prendere atto della realtà (che è sempre un’ottima cosa) e decidere quindi di annullare l’anno scolastico in corso. Ma al tempo stesso, poiché non sarebbe stato certo giusto penalizzare gli studenti facendo loro perdere un anno, e poiché alla fin fine i mesi di vacanza forzata assommavano a un solo trimestre, decidere di recuperare l’anno perduto agganciandolo all’anno successivo. Ad esempio, iniziando il nuovo anno scolastico il 25 agosto; poi fino al 15 ottobre, cioè in 50 giorni, recuperare il trimestre perduto; a questo punto in una settimana o due svolgere gli scrutini non fatti nel giugno precedente e sostituire con gli scrutini anche gli esami di licenza saltati; infine dare inizio al nuovo anno il 1° novembre. Magari prevedendo vacanze più brevi a Natale e a Pasqua ed evitando inutili perdite di tempo con il ridicolo rito delle finte «occupazioni» e con le gite scolastiche. Il tutto naturalmente previo una non certo difficile riformulazione-riduzione ad hoc dei programmi (pardon, delle indicazioni nazionali) da farsi nel giro di un mese ad opera di un agile gruppo di lavoro presso il Ministero dell’Istruzione”.
Insomma una risposta forte a un problema enorme. Ma per della Loggia ” Nulla è più istruttivo dei sacrifici. Lo sanno bene coloro che nel dopoguerra dovettero farne tanti per rimettere in piedi il Paese. Nulla come i sacrifici serve per togliersi idee sbagliate dalla testa, per imparare ad apprezzare alcune cose fondamentali della vita, per capire l’importanza della solidarietà, il legame che tiene insieme, che deve tenere insieme, una comunità; per capire che accanto ai diritti esistono i doveri. Al pari di tutti i sistemi scolastici occidentali e in armonia con lo spirito dei tempi, la scuola italiana ha messo al bando tutto ciò”.
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