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Lo psicologo Castelbianco: Il ritorno a scuola sarà positivo per i ragazzi, ottimo il lavoro dei docenti

Lo psicologo Castelbianco: Il ritorno a scuola sarà positivo per i ragazzi, ottimo il lavoro dei docenti. 

“Gli adolescenti del Centro-Sud stanno vivendo l’ansia e l’insicurezza, quelli del Nord l’angoscia, ma per tutti loro il ritorno a scuola sarà estremamente positivo”. A dirlo è Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) e psicoterapeuta dell’età evolutiva in un’intervista pubblicata sulla rivista Ortofonologia.

“La didattica a distanza ha permesso di mantenere viva la relazione tra lo studente e la scuola, tra lo studente e i docenti e anche tra i coetanei. Quando torneranno a scuola non ci saranno banchi o cattedre vuote per lutto, quindi tutto ricomincerà dove si era fermato. La loro resilienza e capacità di risposta li permetterà di stare bene quando rientreranno a scuola”. 

Per Castelbianco il tema del ritorno alla “normalità” investe invece la famiglia . “Questi due/tre mesi di isolamento non faciliteranno i rapporti familiari. Quando i ragazzi saranno liberi  può darsi che dentro di sé porteranno i segni delle fratture, incomprensioni e difficoltà che adesso sono all’ordine del giorno dentro casa. I ragazzi non andranno, quindi, tanto aiutati per come tornare a scuola, ma per come mantenere un buon rapporto con la famiglia. Alla fine sarà stato un periodo di dura prova e non sappiamo come ne usciranno bisognerà aiutare loro e i genitori, che per primi non stanno vivendo bene questa situazione”.

Castelbianco tratteggia anche le differenti reazioni alla quarantena di bambini, adolescenti e adulti: “I bambini sono stati i più spontanei nel dimostrare le loro difficoltà nel vivere questa quarantena, gli adolescenti invece i più consapevoli, mentre i peggiori sono stati gli adulti: sono loro ad aver perso di più la bussola, non volendo essere vittime di questa situazione. Siamo rimasti tutti sorpresi dal modo in cui gli adolescenti hanno saputo gestire la situazione- prosegue il terapeuta- si sono adeguati e lo hanno fatto con consapevolezza. Tutti abbiamo percepito la paura, ma loro l’hanno vissuta con molta serietà senza assumere quel comportamento da onnipotenti che normalmente gli adolescenti hanno”.

Per Castelbianco può dipendere, in parte, anche da una maggiore “semplicità nella gestione del mondo del web. Tuttavia loro hanno saputo accettare la quarantena molto meglio degli adulti”. Quindi la bandiera nera va proprio ai ‘grandi’: “Sono stati i peggiori nel gestire l’emergenza. Non l’hanno accettata perché, nella maggioranza dei casi, non hanno l’abitudine di stare in famiglia e per la famiglia. Si sono trovati un po’ estranei all’interno della stessa casa. Stanno litigando molto”.

I bambini a differenza degli adolescenti, spiega Castelbianco “Non avendo cognizione della paura, smaniano perché vedono soprattutto le difficoltà di poter vivere una vita normale”. Molto positivo, a detta dello psicologo, è infine “l’apprendimento a distanza. Certo- avvisa- se la quantità di compiti assegnati da parte dell’insegnante diventa esagerata, o se i genitori aggiungono altri compiti a quelli del docente pensando di non far annoiare i figli, allora si verifica un problema. Questo sovraccarico finisce per isolare maggiormente i bambini, più orientati a stare da soli davanti al computer o da soli davanti al videogioco”.

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