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La Azzolina snobba i sindacati sulla mobilità. La risposta: atto disgustoso

La Azzolina snobba i sindacati sulla mobilità. La risposta: atto disgustoso

Sulla mobilità la Azzolina accelera  e taglia fuori i sindacati. Entro il 10 aprile gli USR pubblicheranno i bandi per la graduatoria ATA 24 mesi, dal 28 marzo i docenti potranno presentare domanda di mobilità, le segreterie sono impegnate nella definizione degli organici. Un’ordinanza attesa ma che ha sorpreso tutti per la tempistica. Sindacati in primis che non hanno nascosto la rabbia. Per loro si è trattato di un atto ostile, incomprensibile nelle modalità. L’ordinanza è stata, infatti, pubblicata in tarda serata. Soprattutto la Azzolina avrebbe mostrato, per l’ennesima volta, di non  tener in conto le proposte sindacali.

I sindacati FLCGIL, CISL, UIl, SNALS e GILDA avevano infatti avanzato al ministero la richiesta di prorogare i termini della presentazione della domanda, inizialmente fissati dal 16 marzo al 3 aprile, al termine dell’emergenza Coronavirus.

Il Ministero ha sì spostato i termini per la presentazione della domanda (per i docenti il periodo temporale sarà dal 28 marzo al 21 aprile) ma non ha dato informativa ai sindacati della pubblicazione dell’ordinanza e ha comunque fatto ricadere le date in un periodo in cui sono ancora vietati gli spostamenti e gli assembramenti.

I sindacati lamentano infatti che – nonostante la procedura di presentazione della domanda sia interamente online – le sedi sindacali in queste occasione sono un importante tramite tra il “burocratese” della domanda e la platea degli insegnanti, funzione che solo in parte può essere svolta in modalità telematica.

Da parte della ministra nessuna risposta diretta. La Azzolina si è limitata a commentare la decisione sotto il profilo dell’opportunità dell’atto.

“Ho appena firmato l’ordinanza sulla mobilità. Sul sito del Ministero trovate tutti i dettagli. Il Paese e la scuola vivono un’emergenza che ci sta segnando profondamente. Ma dobbiamo garantire al personale la possibilità di partecipare a procedure che, in molti casi, consentono a chi lavora lontano da tempo di riavvicinarsi a casa, ai propri affetti. E dobbiamo continuare a mettere al centro gli studenti. Questo significa anche portare avanti tutti gli atti preparatori per il prossimo anno scolastico che parte a settembre. È nostro dovere farlo.”

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