Sostegno, se un bambino non riesce a stare nelle regole del gioco, cambiamo le regole
Sostegno, Se un bambino non riesce a stare nelle regole del gioco, cambiamo le regole
Francesco ha iniziato a creare siti a tredici anni, a tentare mille strade per comprendere il suo futuro e a diventare uomo senza tradire le radici.
La strada che comprendeva tutto, Francesco l’ha trovata nell’insegnamento. Diventando docente di sostegno sente che quello è il modo migliore di essere docente. Francesco non è un caso isolato, sono tantissimi i prof come lui, che mettono entusiasmo e passione nel lavoro.
Riportare le idee di Francesco Valeriani un ragazzo di 34 anni indegnamente cristiano, com’è solito definirsi , è un piccolo viaggio nell’universo scuola dell’inclusione.
Come spiega lui, se qualcuno non riesce a stare all’interno delle regole convenzionali, cambiamo le regole del gioco. Alcuni giochi non permettono l’inclusione.
“Come può un bambino su una sedia a rotelle giocare una partita a basket insieme ai suoi compagni? Se lo lascio giocare senza cambiare le regole del gioco, nessuno avrà interesse nel passare la palla al bambino con disabilità perché molto probabilmente non farà canestro. Se invece quello stesso bambino può fare punti grazie a un canestro più basso, allora anche gli altri avranno tutto l’interesse a passargli la palla. Cambiamo le regole del gioco sportivo e didattico”.
Nessuna novità pedagogica, solo semplice buonsenso. Come nella didattica.
“Credo che per imparare a leggere e a scrivere si possano utilizzare diverse strategie didattiche. Tutte favoriscono l’apprendimento e l’abilità. L’arte del docente sta nel riuscire a capire quale sia la migliore per quella classe in quel momento. L’approccio pedagogico dell’insegnante è altrettanto fondamentale, in quanto le migliori strategie didattiche perdono tutta la loro forza se non sono accompagnate da empatia, amorevolezza, osservazione, ascolto attivo e da quel sano distacco che permette di educare nel migliore dei modi”.
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