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Cottarelli: Finanziaria dei bonus, ma niente soldi per la Scuola. Divario Nord-Sud si allarga

Cottarelli: Finanziaria dei bonus, ma niente soldi per la Scuola. Divario Nord-Sud si allarga

Sui fondi dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha costruito una battaglia persa. Che la legge di bilancio fosse in generale poco coraggiosa è stato sottolineato in diverse occasioni. Per gli osservatori permette al paese di sopravvivere ma non di avviare quella svolta necessaria per far ripartire la crescita.

Sulla scuola poi anche l’economista Carlo Cottarelli. Direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, è critico con le scelte fatte dall’esecutivo e sulla scuola scrive: «Fioramonti ha fatto bene a dimettersi. Siamo tra gli ultimi in Europa per spesa per l’istruzione, all’ultimo per l’Università. Quota 100 è stata un errore e il Reddito di Cittadinanza è stato disegnato male. Ora abbiamo pure il bonus facciate. Spese di “facciata” invece che per l’istruzione». Ma se in Italia la scuola sembra essere il fanalino di coda nelle scelte per la destinazione delle risorse, il problema si pone amplificato per il Mezzogiorno.

Perché anche nella scuola e nell’istruzione il gap tra Nord e Sud è molto marcato, come sottolinea Cottarelli. Mettendo così un’ipoteca sul futuro sviluppo delle aree più disagiate. Qualche dato. Secondo l’ultimo Rapporto di Cittadinanzattiva la documentazione sull’abitabilità degli edifici scolastici, che significa accessibilità e salubrità di un edificio, sicurezza impianti, risparmio energetico, antiinfortunistica, è in regola per il 63% degli edifici scolastici del Nord e solo per il 15% al Sud.

Molto c’è da fare al Sud anche sul fronte del sistema scolastico. Nelle scuole del Mezzogiorno il rapporto docenti/studenti è pari a uno a 13,5 contro uno a dieci al Nord. In Puglia, Campania e Calabria, poi, le classi sono sovraffollate. Mentre nelle scuole del Nord le classi sono formate da circa 18 studenti, al Sud si arriva a 27,8, con inevitabili ripercussioni sul percorso di studio dei ragazzi. Nella definizione della nuova agenda di governo per rilanciare l’attività dell’esecutivo una priorità dovrebbe essere riservata sicuramente alla scuola, ma anche per colmare quel gap che divide il Paese e che è ancora più insopportabile perché penalizza le giovani generazioni.

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