Educare alla poesia a scuola è questione di sguardo, non di tecnicismi: la lettera di una prof è virale
“E’ bene lasciare fuori dalla classe le nozioni che il liceo prima e l’università poi ci hanno fornito riguardo il testo poetico e la poesia”. A parlare è Elisabetta Valcamonica, classe 1982, docente di lettere in diverse scuole superiori della Lombardia. In un editoriale per IlSussidiario.net, la prof riflette sul modo in cui – col passare degli anni – è cambiato il suo modo di insegnare la poesia agli studenti. O meglio, per dirla con parole sue, di “leggere la poesia con gli studenti”.
Poesia a scuola: leggerla e farla vivere agli studenti
“La differenza tra le due formulazioni – spiega – non è un puro artificio letterario, ma una significativa concezione didattica e un’importante indicazione di metodo. Penso infatti che nelle ore di lezione si debba molto più “guardare” e “leggere” una poesia che “spiegarla” e “commentarla””.
La creazione poetica, dunque, va vissuta come un momento esperienziale e non come una semplice assimilazione di concetti e nozioni. “È un allenamento dello sguardo – prosegue la docente – quello a cui si deve tendere, che insegni a fissare e cogliere i particolari del testo facendoli emergere dallo sfondo e donando loro la possibilità di parlarci, di fermarcisi dentro, di accompagnarci e di riemergere quando più lo vogliono per parlarci di noi”.
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